Si celebra oggi il 31esimo anniversario della Strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. A Palermo, dentro e fuori l’aula bunker dell’Ucciardone, sono in corso iniziative per ricordare quel maledetto 23 maggio 1992.
“Il compito della politica è assicurare il sostegno totale da ogni punto di vista, culturale e materiale: dalle iniziative legislative alle dotazioni di risorse umane e strumentali per aiutare chi non si risparmia per liberarci dalla mafia”, così la premier Giorgia Meloni.
Deposta una corono d’alloro dinanzi alla stele che riecheggia all’attentato da parte del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, con lui anche il capo della polizia Vittorio Pisani, il prefetto Francesco Messina, direttore centrale Anticrimine della Polizia, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia e la vedova del caposcorta del giudice Falcone, Tina Montinaro.
“Il loro esempio continua a vivere e il nostro dovere è mantenerlo sempre più vivo”, queste le parole di Vittorio Pisani.
“Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità”, così ha commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.