Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25 un tremendo boato faceva esplodere la stazione ferroviaria di Bologna. In quell’attentato di matrice neofascista morirono 85 persone, con oltre 200 feriti. Dopo 43 anni, la città di Bologna non dimentica, i familiari delle vittime radunatesi questa mattina in corteo non dimenticano, questi ultimi accolti da scroscianti applausi dopo la cerimonia a Palazzo d’Accursio dinanzi la presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
“La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi”, così il Capo dello Stato Sergio Mattarella“.
Da Lisbona, il cardinale Matteo Zuppi che per la prima volta non ha presenziato perché impegnato nella Giornata Mondiale della Gioventù: “Ogni volta che passo dalla stazione di Bologna leggo i nomi e l’età. Lì potevamo esserci tutti – commenta il presidente della Cei – Il terrorismo, come le mafie, colpisce tutti. Ed è quello che succede in tante parti del mondo con la violenza organizzata e giustificata della guerra. La storia nostra e il nostro essere cristiani non è fuori dal mondo. Dobbiamo leggere la presenza del Signore nella nostra vita, così come è. Anche nelle tragedie di una bomba messa in maniera vigliacca, senza volto e con tante complicità”.


