L’Italia sprovvista di un livello minimo di retribuzione fissata per legge. Nonostante l’articolo 36 della Costituzione riconosca il diritto per il lavoratore ad una retribuzione proporzionale alla qualità e quantità di lavoro da lui praticato, purtroppo non esiste un tetto adeguato che garantisca una retribuzione sufficientemente dignitosa per ciascun lavoratore.
Su questo nodo da sciogliere, il governo si sta ancora interrogando. Ecco che Luigi De Magistris, capo e portavoce di Unione Popolare, informa il Paese della sua iniziativa politica a favore del salario minimo.
L’ex magistrato ed ex sindaco di Napoli continua con la sua militanza, raccogliendo 70.000 firme presentate ieri in Senato.
“Abbiamo consegnato Senato la legge di iniziativa popolare sull’introduzione del salario minimo. Si tratta di una legge necessaria per le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese con cui si introduce il salario minimo di 10 euro l’ora e l’adeguamento automatico all’inflazione”, rende noto De Magistris.
“Ci auguriamo che il Parlamento la possa calendarizzare al più presto ed approvare. Si conclude una bella pagina di militanza politica per l’attuazione del diritto al lavoro”, ha sottolineato l’ex europarlamentare.
Definendo “piratesco” il sistema fino ad ora vigente, De Magistris parla di misura di tutela per uomini e donne che lavorano, considerando anche i dati Ocse secondo cui l’Italia è l’unico Paese con salari diminuiti negli ultimi 10 anni. La misura mirerebbe anche ad equiparare il salario femminile con quello maschile.