Il mondo del teatro e Napoli dicono addio al drammaturgo ed attore Enzo Moscato, scomparso dopo una lunga malattia.
Mentre la collega Isa Danieli si accinge a tributargli un omaggio in Sala Assoli con lo spettacolo ‘We love Enzo’, il genio dei nuovi linguaggi teatrali napoletani, classe ’48, ha dato il suo addio alle scene della vita.
La sua arte veniva definita “barocca”, ma Enzo, nato ai Quartieri Spagnoli, sapeva interpretare tutte gli istinti dei quartieri popolari di Napoli, proprio come aveva raccontato nel suo libro autobiografico “Archeologia del sangue”.
Dalla sua mente, e conseguentemente dalla sua penna, sono nati personaggi e testi dai linguaggi intensi, coloriti, stacanovisti nell’iperbole del loro argomentare, spalancando finestre di bellezza malinconicamente poetica.

Innovativo, colto, magnanimo e contemporaneo, così lo reputavano colleghi e spettatori. I suoi testi come Carcioffola, Scannasurice, Cartesiana, Luparella, Toledo suite, I racconti di Tempo che fu di Scioscia, Partitura, brulicano di voci del popolo.
Dopo Eduardo la sua drammaturgia è stata di rottura, cercando l’assolutezza scenica, spesso anche estremizzata da una parola che sconfina e straborda nella ricerca teatrale.
Con Enzo Moscato contaminazione e innovazione, hanno avuto la meglio nel teatro napoletano. Non c’è mai stata ovvietà nei suoi testi, ma tanto stupore con cui lo spettatore applaudiva l’ingresso in nuovi registri linguistici da cui il vissuto napoletano si lasciava avviluppare.
Ha lasciato la sua impronta anche nel cinema. Chi non lo ricorda nella sua collaborazione in ‘Morte di un matematico napoletano’ di Mario Martone!
In 40 anni di attività è stato anche insegnante di storia e filosofia. Da qui l’amore ed il gusto per la diffusione dei linguaggi teatrali portati in giro tra i banchi delle università italiane ed internazionali.
A 75 anni l’uomo che ha unito più registri linguistici nella maschera teatrale partenopea, che ha diretto teatri e festival dedicati al suo mondo incantato, ci lascia orfani della sua presenza fisica, ma non di quella eredità che con tanti suoi colleghi continuerà a vivere sulle tavole di un palcoscenico di cui è stato e sarà immenso protagonista per sempre.


