Giornata internazionale della donna: non una festa, ma una scelta

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Mimose come simbolo, convegni e manifestazioni per indicarne il senso. La festa della donna importata dagli Stati Uniti d’America dove esiste dal 1909, è arrivata nel nostro paese nel 1922 con una connotazione sicuramente non consumistica.

Se pensiamo che fu il Congresso di Stoccarda, tenutosi dal 18 al 24 agosto del 1907 nella sua settima edizione della Seconda Internazionale Socialista a decretare il giorno delle donne, possiamo comprenderne il suo reale significato. In quella circostanza l’attivista e socialista Corinne Brown scelse di prendere la parola in mancanza dell’oratore ufficiale. In conferenza difese i diritti delle donne, e soprattutto lo sfruttamento delle operaie, parlando anche di discriminazioni sessuali e della possibilità del suffragio universale.

Solo quattro giorni dopo, l’incendio di una fabbrica di New York in cui morirono centinaia di donne, diventò il simbolo della protesta in realtà che in realtà era già avvenuta pochi giorni prima. Da quel momento le donne si misero in movimento. Nel 1910 venti mila operaie scioperarono per tre mesi a New York.

I venti della ribellione iniziarono a condizionare anche l’Europa e nel 1917 sfociarono nella piena rivoluzione russa a San Pietroburgo, dove le donne si unirono in una grande manifestazione per rivendicare i loro diritti e la fine della guerra. Fu questa la reale occasione che diede il via alla celebrazione della data dell’8 marzo per i diritti delle donne.

Bisognerà poi aspettare il 1946, perché la futura senatrice Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, insieme alla partigiana Teresa Mattei proponesse di votare il fiore simbolo dell’8marzo. La scelta di tutte le donne dell’Udi convoglió sulla proposta della mimosa. A Palazzo Giustiniani in una riunione del Comitato furono passati in rassegna fiori come il garofano, già legato al primo maggio; gli anemoni giudicati troppo costosi, e la mimosa che fioriva abbondantemente nei dintorni di Roma.

Nel Lazio infatti la pianta selvatica, simbolo della lotta delle donne, cresceva spontaneamente e veniva consegnata dalle donne per la propaganda di diritto al voto, insieme ai volantini e al giornale ‘Noi donne’. Il fiore selvatico che si trovava un po’ dappertutto nel Lazio era diventato strumento di propaganda delle partigiane.

Poiché la lotta per i diritti è stata lunga e ancora deve essere raggiunta in maniera completamente paritaria, la giornata assume un significato importantissimo.

L’8 marzo è una data del risveglio per le donne ed ogni anno ricorre puntualmente per solleticare lo spirito di non arrendevolezza e fare il punto su quanto si è ottenuto o ancora si deve raggiungere per una parità che si trasformi in ardore. La scelta di celebrare la festa delle donne, sta nel voler migliorare le condizioni di tutte le donne del mondo, nate alla stessa maniera degli uomini e di conseguenza aventi i loro stessi diritti.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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