L’Unione europea ha lanciato nuovi dazi sull’importazione di grano e cereali dalla Russia e dalla Bielorussia per cercare di tenere a freno la macchina da guerra di Vladimir Putin che, in questo moto, smetterebbe di “sfruttare l’Unione europea per i suoi scopi”.
La decisione, presa in occasione del vertice europeo, è stata annunciata dalla presidente Ursula von der Leyen.
I dazi imposti, che aumenteranno a seconda del prodotto di circa 95 euro per tonnellata, come evidenziato dal vicepresidente dell’esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis, “renderanno le importazioni di questi prodotti commercialmente inattuabili”.
Inoltre, con i nuovi dazi, si dovrebbe arginare anche la strategia del Cremlino di etichettare come “russo” grano proveniente in realtà dall’Ucraina.
Come affermato dalla von der Leyen, l’Ue continuerà a sostenere l’Ucraina e a preservare la sicurezza alimentare globale soprattutto quella dei paesi in via di sviluppo.
I dazi, come abbiamo detto, interesseranno anche la Bielorussia che, nel 2023, ha esportato in Europa 610mila tonnellate di cereali.
Russia e Bielorussia, inoltre, non avranno inoltre più accesso a nessuna delle quote previste dall’Organizzazione mondiale del commercio sui cereali dell’Ue, che offrono un trattamento commerciale migliore per alcuni prodotti.
La carenza di cereali dettata dai nuovi dazi sarà parzialmente colmata dalla produzione interna dell’Unione europea a beneficio degli agricoltori europei.