Ilaria Salis donna delle polemiche. Dopo la nomina di europarlamentare l’ex insegnante 40enne, si è presentata a Bruxelles ricevendo l’access badge. Pende però su di lei l’azione annunciata da Budapest che intende chiedere al governo Ue la revoca dell’immunità per la neo deputata. L’iter adesso prevedrebbe un voto in seduta plenaria per decidere se sospenderle o meno l’immunità parlamentare. Se venisse dunque concesso parere favorevole alla richiesta di Budapest, l’Ungheria potrebbe farsi avanti con il mandato di arresto europeo nei suoi riguardi.
Come se non bastasse la deputata di Avs deve fare i conti, dopo la rivendicazione di far parte dei movimenti di occupazione della casa, con il governatore lombardo, Attilio Fontana, che intenderebbe richiedere con una mozione approvata in Consiglio regionale, pignoramento dei conti correnti e dello stipendio della Salis, fino al completo soddisfacimento del debito accumulato con la regione Lombardia, dopo aver occupato abusivamente una casa. Durante il voto, sono stati presentati cartelli dai consiglieri del centrodestra, con la scrittura “occupare non è un diritto” e “Salis paga l’affitto”.
Intanto, in merito alla richiesta ungherese, Avs si appellerebbe per chiedere al Coniglio Ue di garantire la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, al fine di evitare che Ilaria Salis possa perdere la libertà acquisita dopo il 9 giugno.
Quanto alla vicenda in corso con la Regione Lombardia, sui social Salis ha cercato di fare chiarezza scrivendo: “Aler reclama un credito di 90mila nei miei confronti come ‘indennità’ per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno. Sebbene nei successivi sedici anni non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni”, deresponsabilizzandosi rispetto alla richiesta della sua Regione di appartenenza.