Il ministero della Cultura francese aveva vietato di vendere le armi con cui l’autoproclamato imperatore Napoleone tentò di uccidersi nella notte del 12 aprile 1814 a Fontainebleau, durante la sua prima abdicazione, quando dopo la sconfitta della campagna di Francia voleva suicidarsi con queste armi, ma il suo gran scudiero Caulaincourt lo salvò.
Le pistole furono affidate da Bonaparte al proprio servitore fedele come atto di ringraziamento, perché le privó della polvere da sparo, proprio per evitare che si suicidasse. Napoleone I scelse allora di avvelenarsi, ma sopravvisse e si recó in esilio a Sant’Elena.
Considerato un vero e proprio tesoro artistico, rimasto per anni in seno alla famiglia dell’ex servitore di Napoleone, le pistole sono anche una testimonianza del valore napoleonico francese quale monumento nazionale. Sono state battute all’asta nella giornata di domenica 7 luglio, per 1,69 milioni di dollari affinché restassero proprio nel territorio d’Oltralpe.
Le pistole realizzate a Versailles, hanno inserti d’oro e d’argento e sono conservate in una cassetta preziosa. Esse recano un’immagine ingioiellata dell’imperatore. Il loro valore, secondo Osenat che ha battuto l’asta, è stimato tra i 1,2 e i 1,5 milioni di Euro.
Napoleone non morì con queste pistole, ma entrò in stato comatoso tra il 4 e 5 maggio 1821. Aveva 51 anni ed era deceduto per un tumore allo stomaco, come risultò dall’autopsia. Di lui l’inglese Lowe disse all’entourage: “Ah, bene, signori, è stato il più grande nemico dell’Inghilterra, ora è qui; ma tutto gli è perdonato. Alla morte di un uomo così grande, bisogna solo provare un profondo dolore e un profondo rispetto”.