Fine della storia tra Carlo Calenda e il Pd. La rottura annunciata nella giornata di ieri è stata così motivata dal leader di Azione: “Il Pd ha fatto prima un patto con noi e poi ha fatto un patto, con contenuti contrari, con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, con chi dice di no a tutto, al termovalorizzatore, con chi in fondo è comunista, perché poi, alla fine della fiera è questo. E io ho detto a Letta, se firmi un patto e formalizzi questo la gente non ci capirà più niente, sembrerà un’accozzaglia di persone come erano Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio. Letta sapeva perfettamente che avrei rotto, lo sapeva Più Europa. Hanno pensato di tenerci dentro dicendo: sennò dovete raccogliere le firme. Raccolgo le firme, perché questa cosa qua è inguardabile”.
A questo punto potrebbe essere presa in seria considerazione l’ipotesi del terzo polo con Matteo Renzi, ma lo stesso Calenda precisa: “Io in questo momento sto lavorando a una cosa, a costruire un programma solido, sulla scia di quello che abbiamo presentato peraltro con Più Europa, che parla di rigassificatori, termovalorizzatori, no tasse, revisione del reddito di cittadinanza. Basta con la politica del bonus, questo Paese ha bisogno di parlare di come risolvere i problemi. Da noi gli elettori non avranno programmi irrealizzabili, ma solo cose nette delle cose da fare per l’Italia”.
Intanto Più Europa si avvia alla conferma del patto elettorale con i Dem, lo sottolinea il presidente e deputato Riccardo Magi: “Noi ieri come segreteria di Più Europa abbiamo riconosciuto e confermato l’importanza del contenuti del patto siglato con il Pd solo 6 giorni fa e poi stralciato da Calenda. Consideriamo che in quei contenuti ci sia uno spostamento dell’asse della coalizione in una direzione liberaldemocratica. Stasera dalle 18 ne discuteremo in direzione perché teniamo a condividere le scelte all’interno di organi collegiali”.
“Mi dispiace per il disastro politico del Pd – dice Giuseppe Conte – noi abbiamo i nostri progetti che realizzeremo con le unghie e i denti, li ho tolti dall’imbarazzo di ricevere un altro no, spiega chiarendo che i 5 Stelle possono anche aver commesso degli errori ma non possono essere tacciate di essere persone non serie. Non ci sono i presupposti politici e programmatrici per una intesa, – aggiunge il leader del Movimento, ribadendo le emergenze per il paese – il lavoro sottopagato, il precariato, la sanità e l’ambiente. Andiamo davanti agli elettori con un programma serio e preciso – dice difendendo a spada tratta il superbonus e il reddito di cittadinanza – ha contribuito al rilancio del settore delle costruzioni, il secondo ha garantito un sistema di protezione sociale togliendo dalla povertà un milione di persone. Le frodi relative all’applicazione del superbonus – conclude – sono state minime e sono state comunque attivate delle correzioni per evitarle”.


