Alfredo Cospito resta al 41 bis, così ha deciso la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’anarchico. In sciopero della fame da quattro mesi è attualmente detenuto nel penitenziario dell’ospedale San Paolo di Milano. Dopo aver appreso il verdetto dei giudici, secondo indiscrezioni, rifiuterebbe potassio ed altri farmaci.
Un presidio, in piazza Cavour, messo in piedi da una ventina di anarchici è stato organizzato dopo che la Suprema Corte si è espressa sulla vicenda. Controllati a vista dalle forze dell’ordine, i manifestanti hanno sciolto il corteo intorno alle 19.30 di ieri.
“È una condanna a morte, volevano il martire e lo avranno avevo maturato qualche speranza dopo che per ben due volte la Cassazione aveva anticipato l’udienza e soprattutto dopo il parere del pg della Cassazione. Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l’opinione pubblica a favore”, questo il primo commento dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito.
Il sottosegretario alla difesa Andrea Delmastro delle Vedove ha dichirato: “Le intimidazioni e le violenze non piegano lo Stato: Cospito rimane, correttamente, in regime di 41 bis. La Cassazione ha scritto la pagina definitiva. Abbiamo sempre difeso le istituzioni democratiche dalle violenze del terrorismo, senza alcuna indulgenza e senza farci intimorire. Oggi la Cassazione conferma che vi erano tutti i presupposti giuridici per il mantenimento del carcere duro a carico di Cospito”.


