Forte e deciso l’appello di Papa Francesco nell’Angelus di ieri: “Dolore per le vittime di Cutro, fermare i trafficanti, i viaggi della speranza si trasformino in viaggi di morte, le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti, che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere, rinnovo a tutti il mio appello, affinché non si ripetano simili tragedie”.
Accolto dalla premier Meloni l’invito del Pontefice, “Impiegheremo tutte le forze necessarie”. Sulla vicenda è intervenuta anche l’Associazione nazionale magistrati che ha ribadito “soccorrere e salvare per lo Stato è un obbligo scolpito nella nostra Costituzione”.
A Cutro intanto è scivolata via un’altra giornata piena di commozione a seguito della Via Crucis sulla spiaggia, dove i presenti si sono raccolti in preghiera dietro una croce costruita con i pezzi dello scafo.
Giorgia Meloni ha aggiunto: “Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni. Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare”.
Intanto si lavora già alle contromisure per evitare sciagure simili, inasprimento delle pene per i trafficanti di esseri umani e rideterminazione dei flussi regolari di migranti grazie ad accordi di cooperazione con i paesi di origini che devono contrastare le partenze irregolari.
Continuano le ricerche dei dispersi, oltre alle 70 vittime, mancano all’appello ancora molti nomi, il momento di raccoglimento ha visto la partecipazione di quasi mille persone, dove cristiani e musulmani hanno pregato insieme, in testa al corteo c’era la croce realizzata, su incarico di don Francesco Loprete, parroco di ‘Le Castella‘, dall’artista Maurizio Giglio con i resti del barcone affondato. “Abbiamo voluto realizzare questa croce – ha detto don Francesco – per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti”.