Operazione della Guardia di Finanza di Milano su evasione fiscale con sistema trojan (captatori informatici inseriti in telefoni di indagati, resi microspie). Scattano ventidue ordinanze di custodia cautelare. Dieci uomini finiscono in carcere, altri dodici ai domiciliari. L’indagine coordinata dalla Procura mira a colpire le società cooperative abbandonate da insolvenza a pochi anni dalla loro costituzione. Sotto osservazione il sistema di sostituzione delle società “pilotate” al fallimento (consorzi e società cooperative di lavoro) con nuove società costituite con emissione di fatture per operazioni inesistenti, con parte dei profitti di maxi frode, girata in Cina.
La strategia era quella di creare nuovi operatori prestanome, apparentemente puliti per evitare il sospetto di frode. Continuano le perquisizioni e i sequestri preventivi per quasi 300 milioni di euro, con accusa di associazione a delinquere, bancarotta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, incentrate sulla gestione di consorzi attivi nel settore della logistica e del facchinaggio.
L’inchiesta, condotta dai pm Grazia Colacicco e Pasquale Addesso, è coordinata dai pm di Milano Grazia Colacicco, Pasquale Addesso e Roberto Fontana (ora componente del Csm).


