Sergio Mattarella in visita a Varsavia, capitale della Polonia, dove è arrivato ieri sera per discutere della “guerra del grano“. Polonia ed Ungheria difendono con rigore la protezione del comparto agricolo che di fatto ha proibito l’importazione di cereali dall’Ucraina. Bruxelles reagisce sottolineando che “la politica commerciale è di competenza esclusiva dell’Ue e, pertanto, non sono accettabili azioni unilaterali”.
Il presidente della Repubblica italiano si confronta dunque su temi quali solidarietà e protezione degli interessi nazionali. Adesione alle regole europee e contraddizioni sull’ago della bilancia polacco, mentre Mattarella, con la sua autorevolezza, si pone in ruolo di ascolto per cercare di avvicinare due idee d’Europa attraverso il dialogo. Il Quirinale fa da mediatore per l’integrazione europea in un paese in cui si parla di sovranismo. La crisi del grano ucraino è solo l’ultimo anello di una catena di incomprensioni tra Varsavia e Bruxelles, sul concetto di Stato sovrano e di cessione di poteri, fino alla divergente reazione nella difesa dei diritti umani. A fare da sfondo alla querelle tra Polonia ed Ue, resta la guerra in Ucraina, che avrà un ruolo importante nelle discussioni bilaterali.
Intanto continua la protesta degli agricoltori per il danno causato dalla moratoria di un anno concessa dall’Unione europea all’Ucraina, per introdurre il loro grano in Europa senza dazi o quote. Anche il Ministro dell’Agricoltura, alla luce di questa vicenda, ha rassegnato le sue dimissioni.


