Sono passati esattamente 45 anni dalla morte del presidente Aldo Moro, tra i fondatori della Democrazia Crsitiana. Il suo corpo senza vita fu rinvenuto in via Caetani, all’interno di una Renault 4 rossa. L’onorevole, venne sequestrato il 16 marzo del 1978 dalle Brigate Rosse, mediante un attentato a Roma, in via Fani; il commando uccise senza pietà la scorta di Moro, di cui, due carabinieri, (Oreste Leonardi e Domenico Ricci) e i tre poliziotti (Raffaele Iozzino, Giulio Riviera e Francesco Zizzi) che viaggiavano sull’altra autovettura.
L’episodio è passato alla storia come “il sequestro Moro”, il presidente fu tenuto prigioniero per 55 giorni; il 9 maggio ’78, con una telefonata, il brigatista Valerio Morucci, annunciava al professor Franco Tritto, all’epoca persona vicina ed allievo di Moro, la morte di quest’ultimo precisando anche dove si trovasse il cadavere dell’onorevole.
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, questa mattina si è recato in via Caetani, accompagnato da Ignazio La Russa, presidente del Senato, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera ed il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Queste le parole del presidente della Repubblica in ricordo di Moro: “Un uomo pervaso dall’amore e dal rispetto per la democrazia e per lo Stato, animato da spirito di libertà e di solidarietà, lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire – nonostante lo smarrimento iniziale – con coraggio e decisione”. Una guerra che è stata vinta – è bene sottolinearlo, qui e ovunque – combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all’amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica”.
