Raccolto compromesso in Emilia Romagna dalla recente alluvione. Oltre 10milioni di alberi da frutto saranno estirpati, compromettendo il raccolto per i prossimi quattro o cinque anni perché “l’acqua rimasta nei frutteti ha soffocato le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni” .
A dichiararlo è la Coldiretti che enumera le conseguenze di quanto accaduto: “Sono a rischio almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione” . A rischio anche il prezzo della frutta che rischia di aumentare, considerando anche la diminuzione della produzione, fino al 15-2o% per le prossime settimane.
Dall’Emilia Romagna si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale; la regione fornisce l’Italia di albicocche, pesche nettarine, susine, mele, pere, kiwi, fragole e ortaggi tali da renderla una “fruit valley” .
“Consistente anche la produzione persa di mais, orzo, girasole, soia, erba medica e “molto rilevante dal punto di vista economico sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango”, continua Coldiretti. Devastate serre, frutteti, edifici rurali, stalle, macchinari e attrezzature varie, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede aiuto al Consiglio dei Ministri per dare continuità alle filiere agricole romagnole.


