Una nota del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia l’esame entro luglio, di una proposta di legge parlamentare sull’oblio oncologico, con richiesta di seguire l’iter esecutivo, rivolta al ministro della Salute Schillaci.
“L’obiettivo che ci poniamo – scrive Meloni – è arrivare, nel più breve tempo possibile, ad una norma capace di dare risposte ad un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani”.
L’oblio oncologico in discussione in commissione Sanità alla Camera, consta di 9  proposte di legge presentate dai vari gruppi parlamentari e dal Cnel, con relatrici, Patrizia Marrocco (FI) e Maria Elena Boschi (Az-Iv).
In un testo unificato, si prevede per procedure di adozione, richiesta di mutui e pratiche bancarie e assicurazioni, così come nelle procedure concorsuali, la non ammissione di richiesta informazioni concernenti lo stato di salute relativo a patologie oncologiche il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di dieci anni alla data della richiesta. Tale periodo verrebbe ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età.
Soddisfatto delle decisioni della politica, Francesco Cognetti, Presidente Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi): “Siamo estremamente compiaciuti per l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ringraziamo di cuore per la sua straordinaria sensibilità nei confronti delle proposte di legge sull’oblio oncologico. È importante che venga adottata quanto prima la norma per garantire il diritto all’oblio oncologico, un tema che riguarda quasi un milione di persone in Italia. Questi cittadini, spiega Cognetti, “sono guariti da un tumore ma, per la burocrazia, sono ancora malati e rischiano discriminazioni. Le persone guarite dal cancro devono essere libere di guardare al futuro senza convivere con l’ombra della malattia. È importante trovare il consenso delle forze politiche”. Secondo il presidente Foce, infatti, “è una battaglia di civiltà che tutti dobbiamo combattere uniti. La legge permetterebbe di non essere più considerati pazienti dopo cinque anni dal termine delle cure se la neoplasia è insorta in età pediatrica e dopo 10 se ci si è ammalati in età adulta“.
Oltre 100mila firme raccolte a favore di una campagna di sensibilizzazione sull’oblio oncologico, lanciata online dalla Fondazione Aiom alle istituzioni: “È arrivato il momento che l’Italia si adegui a quanto già previsto, a livello legislativo, in diversi altri Paesi Europei”.




