Votazioni sospese alla Camera per una settimana, così come in Senato. La politica italiana si ferma per Silvio Berlusconi, uomo di una “rivoluzione” indiscutibile ed oggettiva nella storia del Paese. Proprio per questo, data la portata della figura del Cavaliere, su cui si è poggiata fino a ieri la solidità della maggioranza governativa italiana (stretti rapporti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia), c’è preoccupazione sulla fine dell’era Silvio.
Soprattutto Marina, primogenita del leader di Forza Italia, teme il futuro. Intanto, in seno al partito, era già avvenuta la sostituzione del capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo con Paolo Barelli, vicino al coordinatore del partito Antonio Tajani, e il depotenziamento del ruolo politico della presidente dei senatori Licia Ronzulli.
Silvio ha comunque avuto premura, nonostante la malattia, di dettare la linea politica da mantenere fino alle Europee. Ha sottolineato l’importanza di garantire l’unità del centro-destra a livello nazionale, così come di preservare l’alleanza europea tra Ppe e Conservatori.
Anche la mancata espressione del Cavaliere sulla guerra in Ucraina, è stata voluta per continuare a sostenere la longevità del partito da lui fondato, garantendo ad esso, naturalmente, i finanziamenti sostenuti dalla famiglia Berlusconi.
Purtroppo ora bisognerà fare i conti con eventuali fratture interne, puntando i riflettori sui probabili eredi di Silvio. Sembrano ben pochi a dire il vero, e qualcuno ipotizza una possibile convergenza in partito unico tra FD e FI. Al di là delle intenzioni di Giorgia Meloni, occorrerà capire in che direzione si muoverà Antonio Tajani, a cui è affidata la formale e momentanea guida del partito.
Lo snodo fondamentale resta la volontà della famiglia Berlusconi di restare in politica, finanziando FI. Da qui, in realtà, dipenderà tutto.
Resta contesa l’eredità elettorale del defunto leader. Vi sarà un dialogo con il centrosinistra in ambito europeo? Insomma, l’era dopo-Berlusconi apre uno spartiacque tra la premier e il duo Calenda-Renzi. Meloni dovrà assumersi una ulteriore responsabilità: quella di evitare che da qui alle Europee nuove figure si facciano strada nel solco solitario lasciato da Silvio.


