Arrivato l’ok dalla Prefettura, a Crispano(NA) sarà intitolata una strada a Lino Romano, vittima innocente di camorra. A renderlo noto il sindaco Michele Emiliano. Qualche mese fa, la nostra redazione aveva già lanciato la notizia, oggi è ufficiale. Una grande soddisfazione per la fascia tricolore che subito ha voluto comunicare la notizia ai genitori del compianto Lino.
“Ho chiamato i genitori di Lino, papà Giuseppe e mamma Rita – commenta il primo cittadino – per comunicare la decisione della Prefettura. La settimana prossima li incontrerò per testimoniare la vicinanza perenne della comunità di Crispano e per definire con loro la cerimonia dell’intitolazione della strada affinché il ricordo di Lino sia sempre vivo e soprattutto la sua storia sia la testimonianza costante di quanto la camorra faccia male alla nostra terra, di quanto la camorra porti solo povertà, dolore, violenza”.
Un segnale importante, scandito a chiare lettere dal sindaco Emiliano, oltre al ricordo imperituro di Lino, il messaggio è rivolto a tutta la comunità, ai giovani specialmente, con la camorra non si va da nessuna parte, il capo dell’esecutivo lo sa bene, proprio lui che nel 2019 raccolse le ceneri di un Comune sciolto per infiltrazione camorristica, una sfida accettata e vinta. Invertire la rotta per ripristinare la legalità in un paese che di scioglimenti per ingerenze con la criminalità organizzata ne ha visti in passato, è stata la prerogativa di Emiliano, camminare con la schiena diritta senza piegarsi alle logiche del malaffare, soprattutto nei Comuni a Nord di Napoli non è da tutti, la cronaca ce lo ricorda quotidianamente. Onorare la memoria del povero Lino Romano con una strada che porti il suo nome, era un obiettivo che il sindaco stesso si era fortemente prefissato.
Chi era Lino Romano
Lino Romano, operaio 30enne, originario di Cardito(NA), fu ucciso brutalmente il 15 ottobre 2012 per un assurdo scambio di persona. L’omicidio avvenne a Marianella(NA), mentre imperversava una faida di camorra. Lino era a casa della fidanzata, doveva andare a giocare a calcetto con gli amici, non sapeva purtroppo che quelli sarebbero stati i suoi ultimi istanti di vita, tutto sarebbe svanito da lì a poco, sogni, progetti e futuro. Ad attenderlo giù, Salvatore Baldassarre, condannato poi all’ergastolo. Furono più di dieci i colpi esplosi dal killer, ignaro che all’interno di quella Renault Clio non vi fosse il vero bersaglio, Domenico Gargiulo (conosciuto come “sicc ‘e penniell”, ucciso con un colpo alla testa nel 2019), ma il povero Lino, quest’ultimo che con la camorra, con le guerre tra clan non c’entrava proprio nulla.
