Cardito(NA). La crisi politica non si risolverà, almeno nel breve periodo. Oggi abbiamo incontrato Giovanni De Cicco (in foto), spin doctor, specializzato nel marketing politico e nella comunicazione elettorale, profondo conoscitore dei territori, delle dinamiche e dei retroscena che riguardano la politica e le amministrazioni. Un punto di vista “terzo” su quanto sta accadendo a Cardito.
Direttore, parliamo di Cardito: si risolverà la questione politica tra Forza Italia e il sindaco Cirillo?
“Dipende dai punti di vista: se pensiamo che tutto si possa risolvere con qualche poltrona in più, siamo fuori strada. Forza Italia ha posto una questione politica, il sindaco ha affondato il colpo revocando gli assessori pensando di poter recuperare poi facilmente con gli azzurri e solo dopo l’atto di forza si è accorto che le cose non stavano e non stanno così. Penso che Forza Italia al momento resterà all’opposizione e non voterà gli atti finanziari previsti nel prossimo consiglio comunale. Ho questa sensazione”.
Quindi è rottura definitiva?
“Il ragionamento è molto più articolato e per comprenderlo bisogna andare oltre il sindaco Cirillo. La partita è tutta politica e si giocherà dopo le vacanze. L’unica vera soluzione possibile viaggia su due binari. Il primo racconta di una coalizione, quella uscita dalle elezioni, che ha esaurito il mandato. Il ciclo è finito. Quella coalizione non esiste più ed ha necessità di trasformarsi. Una trasformazione che passa obbligatoriamente attraverso un primo documento politico sottoscritto da tutti i consiglieri eletti con Cirillo. Un documento politico necessario per fare chiarezza e ripartire. Un documento politico nel quale si prende atto che si è esaurita una coalizione e da qui a fine mandato ne nasce un’altra che trova la sua centralità nel Pd e in Forza Italia. Questo, però, a mio umile avviso, non basterà: le forze politiche devono andare oltre e approfittare di questi tre anni per garantire un presente finalmente dignitoso alla città e per preparare il prossimo progetto di governo amministrativo. Non è utopia ma tutto questo si può realizzare con le larghe intese. Ormai il centrosinistra è saltato e Cardito non ha bisogno di un nuovo commissariamento. Bisogna andare avanti con serietà ed efficienza, superando i personalismi ed anche il sindaco Cirillo, che a fine mandato avrà esaurito il suo ruolo di primo cittadino, darà un contributo su questo percorso. Ne sono sicuro. Bisogna andare veramente oltre e le larghe intese col tutti dentro rappresenterebbero una soluzione per rilanciare seriamente il presente guardando anche al futuro”.
Secondo lei è fattibile una proposta del genere?
“Ripeto, dipende dal grado di maturità delle forze politiche e dei gruppi più rappresentativi: se riescono a mettere da parte i personalismi, a superare lo schema emerso alle elezioni, le larghe intese rappresentano l’unica vera soluzione che va nell’interesse di Cardito e soprattutto rappresenta il primo vero passo per costruire qualcosa di veramente ambizioso per il futuro, partecipato e di valore. Dopo Cirillo, Cardito ha bisogno di rinascere e la rinascita non è mai semplice”.
Chi vede come candidato a sindaco per il futuro?
“Domanda da un milione di dollari. Le spiego cosa farei io se fossi un attore protagonista e non un semplice analista: ripartirei dal meglio che la storia ha espresso. E mi riferisco in generale alla classe dirigente. Mi perdoneranno questa affermazione, ma in questi cinque anni, senza offesa per i singoli, gran parte del meglio che la politica a Cardito esprime e storicamente ha espresso è fuori dalle istituzioni. Ecco perché le larghe intese: ampliano la partecipazione, si aprono spazi per andare anche oltre il personale attualmente in campo in modo da riportare, un passo alla volta, tutti in campo. E insieme si costruisce il futuro. Il candidato a sindaco lo si sceglie alla fine come migliore sintesi di un progetto che in tre anni saranno riusciti a radicare anche in città. Dico la mia: il gruppo di Peppe Barra resta il primo interlocutore per tutti coloro che vogliono costruire un progetto politico rappresentativo e ambizioso. E le larghe intese passano innanzitutto attraverso la partecipazione di quel gruppo altrimenti si rischia un inutile pastrocchio. A Cardito ormai è già futuro. Chi si ferma al presente, si accorgerà di rimanere, come al solito e come già accaduto negli anni scorsi, indietro”.
Lei ha tracciato una strada da seguire dopo le vacanze: documento politico Pd-Forza Italia come primo passo per le larghe intese che significherebbe far partecipare al governo della città anche il gruppo di Peppe Barra. Secondo lei i consiglieri che oggi sono con Cirillo non alzeranno la voce?
“Non credo perché sono convinto che parte di quegli otto consiglieri rimasti rispettino ancora la volontà del sindaco di voler arrivare fino alla fine per chiudere il dodicennio senza un altro scioglimento anticipato. Poi come leader vero in quella parte di maggioranza riconosco il presidente Antonio Giangrande che mi risulti stia facendo un ottimo lavoro con la civica A viso aperto anche in chiave futura. E Giangrande ha sempre dimostrato maturità e responsabilità, un uomo che aggrega e non divide. E lo farà anche questa volta perché comprenderà l’importanza delle larghe intese. Sul resto, politicamente, penso siano considerati dallo stesso Cirillo ininfluenti. Poi è chiaro che ognuno racconta una versione e il sindaco è maestro nel mischiare le carte, ma ormai lo conosciamo tutti ed è il primo che non vorrà mai rinunciare all’accordo con Forza Italia rinominando in giunta dopo l’estate, se le cose dovessero andare nel verso giusto, anche i due assessori revocati. A dimostrazione che ormai la coalizione vecchia è superata e serve un cambiamento reale e tangibile sin da subito. E le larghe intese devono rappresentare un’occasione per chi ama Cardito e per chi vuole contribuire a costruire un futuro ambizioso e di qualità”.