Si è aperta la caccia al video dello stupro di Palermo. Voyeurismo misto a curiosità e scempio, si mescolano ancora tra loro sul caso della Vucciria che ha visto vittima di violenza di gruppo, una diciannovenne.
Su Telegram e varie chat rimbalza la ricerca ossessionata del girato, tanto da determinare l’intervento perentorio del Garante della privacy.
No alla diffusione di immagini e video che lederebbero ancora di più la vittima, soprattutto da un punto di vista psicologico. Le conseguenze, anche di natura penale, sarebbero dunque significative. Si andrebbe a minare la privacy di vittime di reati sessuali, comportamento sanzionato dall’articolo 734 bis del codice penale.
La condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e dell’eventuale video realizzato, comprometterebbe la riservatezza della vittima, dandola in pasto al pregiudizio, senza tutelarne la dignità, già messa a dura prova dal rimbalzo mediatico della notizia e dalla cruenta violenza subita.
“A seguito di numerose notizie stampa su una ‘caccia alle immagini’ scatenatasi nelle chat – si legge in una nota – l’Autorità con due provvedimenti d’urgenza ha rivolto un avvertimento a Telegram e alla generalità degli utenti della piattaforma, affinché venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, evitando la possibile diffusione di dati idonei a identificarla, anche indirettamente, in contrasto, peraltro, con le esigenze di tutela della dignità della ragazza“.


