
Il mondo dell’Arte ha detto addio a Ferdinando Botero, la cui espressione scultorea e pittorica, resta impressa in giro per il mondo e per l’Europa.
L’artista soprannominato il ‘Picasso colombiano’, dopo 91 anni ha lasciato alla terra la sua più grande eredità: la curiosità di scorgere verità oltre le apparenze.
Deceduto dopo una brutta polmonite per cui era stato ricoverato in Versilia, terra da lui amata, l’artista nato a Medellìn nel 1932, si è spento definitivamente a Montecarlo.
Il suo concetto di dilatazione, inclusivo nel senso performante attuale, è riuscito a dare risalto a un’irrealtà in cui il colore non aveva prevalenza ed il soggetto si sostanziava in un fascino particolare, con lo sguardo perso nel vuoto.
L’immagine della Monnalisa dalle grandi forme, ispirata al celebre dipinto leonardesco, ma ritratta all’età di 12 anni, ha palesato come un disegno possa dare alla bellezza diverse sfaccettature.
Spagna, Italia, Firenze in primis, sono i luoghi che più risentono della sua artisticità. Botero si era formato presso l’Accademia fiorentina di San Marco, dove si avvicinò all’arte italiana di Piero della Francesca, Paolo Uccello e Tiziano. La ammirò e scelse di stravolgerne i canoni, sia nelle forme che nei colori. La sua innovazione fu palesata tutta negli Stati Uniti. Nei primi anni Sessanta, Botero tenne la sua prima mostra al Milwaukee Art Center, nel Winsconsin. Raggiunta la fama si trasferì in Messico.
Inizialmente la critica storcerà bocca e naso davanti alle sue opere, proprio perchè non convenzionali, mentre il pubblico comincerà a dare riconoscibilità alle sue forme generose.
Le donne saranno il centro delle sue opere, soprattutto quelle rinascimentali, reinterpretate secondo i canoni della sua cultura di origine. Lui che aveva due matrimoni falliti alle spalle, compresa la morte di un figlio, celebrerà nella pittura l’immagine della matriarca e della famiglia.
L’artista fiorirà man mano a nuova vita, fino ad unirsi per sempre, con la collega Sophia Vari. Non smetterà però di ritrarre donne libere e ironiche in ogni loro forma.

Le più belle opere di Botero nel mondo
Saranno le sculture a dare permanenza a Botero, in ogni luogo. Nella capitale armena di Erevan, ad esempio, sotto il monumento al Soviet, campeggia un gatto gigante, in posizione seduta. Nello stesso luogo si trova il soldato rotondo che reca in mano uno scudo, il Guerrero Romano, o la Mujer Fumando un Cigarrillo, donna sdraiata sul ventre che fuma una sigaretta.
Ad Oviedo, celebre è la sua Maternidad; a Madrid è installata La Mano paffuta con dita rivolte verso il cielo, insieme a la Mujer con Espejo, la donna con lo specchio, adagiata sul ventre con specchietto in mano. A Montecarlo, tra il mare e il Casinò, Adamo ed Eva si trovano l’uno di fronte all’altra.
A Buenos Aires, nel Parque Thays si trova il Torso Masculino Desnudo, uomo con addominali e pettorali imponenti. A Singapore risiede il Pájaro, uccello situato sulla sponda orientale del fiume, che ha funzione di ponte perchè divide due città. Medellin, sua città natale, vede nella Plaza Botero, 23 sculture, tra cui il Caballo e Torso de Mujer.

Il legame con l’Italia di Ferdinando, è durato tutta una vita: l’artista ha soggiornato a Pietrasanta, già di per sè denominata la ‘piccola Atene’ per la presenza forte di artisti. Divenutone cittadino onorario nel 2001, Botero che risiedeva vicino al Duomo, ha affrescato due grandi pannelli, la Porta del Paradiso e la Porta dell’Inferno, della Chiesa della Misericordia di Pietrasanta nel 1993.
La Toscana è piena di sue opere: in Versilia si trova il Drappellone del Palio di Siena. Nel 2007 ben 7 statue di bronzo furono rubate dal suo studio. Valevano 4 milioni di euro. Dopo un anno tre di esse vennero ritrovate, ed i ladri furono arrestati.

Amava girare per il centro storico di Pietrasanta Botero; sorseggiava aperitivi in piazza Duomo e andava al mare in scooter rosso, come raccontano i cittadini di Pietrasanta. Il suo Guerriero, in piazza Matteotti, è stata una delle prime donazioni fatte da un artista alla città.
Molti modelli in gesso delle sue opere sono ospitati al Museo dei Bozzetti (“Adamo”, “Donna con un ombrello” ed “Eva”). La stessa città toscana dedicò una mostra di 70 opere al Maestro, in occasione del suo 80° compleanno, nel 2012.
Definiva l’arte una “tregua spirituale”, un processo senza fine, da cui non si smette di imparare. Agli appassionati di bellezza ha lasciato il suo messaggio artistico: “Occorrono occhi freschi, liberi da ogni pregiudizio, per sentire l’arte. Fortunatamente essa ha una grande dote: quella di essere inesauribile”.


