Luci accese sulla Domus Tiberiana. Dopo 50 anni di chiusura e restauro, nella serata del 21 settembre, si illumina il palazzo del Parco archeologico del Colosseo. Per l’occasione il Comune di Roma riapre anche la circolarità tra Foro Romano e Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani.
L’installazione dinamica e colorata di 28 proiettori ad incasso al livello della via Nova, di 12 proiettori lineari dedicati agli imbotti degli archi, di 51 apparecchi a proiezione per l’illuminazione facciata e 10 lineari per l’interno dell’ultimo livello raggiungendo una potenza totale di 4,4 kW, ha riportato in auge i fasti dell’antico cammino della residenza dell’imperatore che ha governato l’Urbe dal 14 al 37 d.c.
Colui che esercitava un’autorità monarchica convalidata sia dal Senato che dal popolo, che promosse una lotta contro la concussione romana, consolidando il dominio dell’impero in Cappadocia, torna a raccontarsi attraverso la dimora che probabilmente scelse di edificare sul luogo in cui sorgeva la sua casa natale.
Il successore di Augusto, secondo alla guida dell’Impero, scelse come il suo predecessore lo stesso colle su cui prendere dimora e dotò l’edificio di una biblioteca e di un archivio imperiale, che poi furono incendiati durante il regno di Commodo (176-192 d.c).
La struttura innalzata sul lato occidentale del Palatino, è stata riaperta insieme ad un allestimento museale intitolato Imago Imperii, che racconta nei 13 ambienti visitabili lungo il percorso, la storia del palazzo imperiale.
Il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, ha gioito per il traguardo: “Questo è un altro passo importante verso la piena fruizione dell’area archeologica centrale di Roma, la più grande al mondo in un contesto urbano straordinario. Grazie all’incessante operosità del Parco archeologico del Colosseo e alle ingenti risorse che continuano a essere investite nella valorizzazione del sito, da oggi cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo potranno godere di un ambiente che riapre al pubblico dopo quasi mezzo secolo dalla sua chiusura”.
L’illuminazione del sito archeologico, ad opera di ACEA, valorizza la sua unicità con led a risparmio energetico, riconsegnando alla città un magnifico edificio visibile anche di notte, nel rispetto della sua integrità fisica.


