Un giro di affari abnorme per una macchina di soldi, circa 50 milioni, che era necessario ripulire. Il guadagno sporco derivava dal narcotraffico di Roma con a capo un gruppo di cinesi.
Il quartiere base era all’Esquilino e si fondava su broker locali che mandavano il denaro in Cina.
Questa mattina, alle cinque, la Procura di Roma ha disposto un maxi blitz tra le zone di Tor Bella Monaca e naturalmente dell’Esquilino.
Sventati due gruppi distinti coinvolti nell’operazione, accusati di riciclaggio, traffico di droga, estorsione e detenzione abusiva di armi.
Eseguiti ben 33 arresti tra Roma, L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso. Sono 22 le persone finite in carcere, ed 11 collocati ai domiciliari.
L’indagine ha portato anche al sequestro di circa 10 milioni di euro, di cui 8 milioni di euro circolanti all’aeroporto Leonardo da Vinci, grazie ai “money mule”, ovvero ai corrieri del riciclaggio; accertando conferimenti di denaro di provenienza illecita in favore della compagine cinese di stanza a Roma per oltre 4 milioni di euro.
Scoperto il metodo ‘Fei Ch’ien’ del “denaro volante” depositato presso il broker cinese con trasferimento del solo valore nominale presso un altro broker presente nel paese estero. Il gruzzolo arrivava così, in maniera anonima, senza possibilità di essere tracciato.
A capo della ‘maxi lavatrice’ c’era il 55enne Wen Kui Zheng, seguito nel secondo gruppo affiliato, da Antonio Gala e Fabrizio Capogna in una prima fazione, e da Federico Latini in una seconda dell’ulteriore sottogruppo. La ripulitura avveniva mediante magazzini di import-export di abbigliamento e accessori di moda, assoldando manovalanza nel mondo dello spaccio romano e della ‘Ndrangheta.


