È stata arrestata con l’accusa di aver aggredito militanti neofascisti a Budapest. L’attivista milanese Ilaria Salis si è dichiarata innocente all’ inizio del processo a suo carico, durante il quale sono stati chiesti per lei 11 anni di carcere.
Con lei ci sono altri tre imputati stranieri, ma quel che turba, è il fatto che la donna sia stata portata ieri in aula, in Ungheria, con catene strette a mani e piedi.
Il padre della trentanovenne milanese, Roberto Salis, ha descritto il trattamento riservato a sua figlia pari a quello di un animale. Intanto in Italia sono partite le proteste pubbliche per chiedere la libertà ed il rilascio della donna. Anche la Farnesina è intervenuta convocando l’ambasciatore ungherese per riportare a casa Ilaria.
L’insegnante militante antifascista, ad avviso di suo padre, non è stata trattata nel rispetto dei diritti previsti dalle normative comunitarie. E quanto argomentato su X anche il vicepremier ministro degli esteri Antonio Tajani secondo cui la cittadina italiana detenuta in attesa di giudizio dovrebbe avere un trattamento diverso secondo le norme comunitarie vigenti.
Intanto il legale della Salis, Eugenio losco, ha descritto il trattamento riservato alla sua assistita come qualcosa di “pazzesco”. Aveva raccolto le confidenze di Ilaria, la quale aveva raccontato di essere stata trasportata in giro come un cane, con manette attaccate ad un cinturone da cui partiva una catena che arrivava fino ai piedi, mentre una guardia la tirava con una catena di ferro.
In aula Ilaria è rimasta così per tre ore e mezza ed il Paese tutto adesso si appella alla violazione della normativa europea e alla fine di questa situazione che la vede attualmente coinvolta in Ungheria.


