Problemi di infrastrutture e logistica; questi i due nodi centrali della polemica che vede i discografici puntare il dito contro la Città dei fiori.
A quasi una settimana dalla fine della 74ª edizione del festival, nascono polemiche su polemiche. Molti non sanno che il marchio Festival di Sanremo è di proprietà del Comune ligure, che lo concede per la kermesse canora alla Rai, con una convenzione stipulata.
La Rai dal canto suo incassa con il festival 60 milioni di euro grazie alle vendite pubblicitarie; per non contare gli introiti derivanti dalle milioni di interazioni sui social.
Sulla rendita legata alla gara canora italiana, la Federazione industria musicale italiana storce il naso. A suo avviso esiste ormai un divario incolmabile tra l’obsolescenza della città che resta intatta nel tempo e la musica con le sue esigenze di lavoratori e non solo, che vive un business in work in progress.
Anche i Produttori musicali indipendenti prendono in analisi la struttura dell’Ariston, considerato teatro troppo piccolo per i bisogni di un’offerta ricettiva sempre più in divenire. Ci si chiede cosa faccia la Rai di un indotto pari a 100 milioni di euro che di volta in volta, di anno in anno, non viene investito per il potenziamento della città di Sanremo affinché ospiti il Festival adeguatamente.
La presenza infatti del pubblico in sala è ridottissima rispetto a quello che può partecipare ad un talent trasmesso in diretta.
Anche Caterina Caselli, in rappresentanza di tutti i discografici dice la sua in merito: “Bisognerebbe invitare la città, intesa anche come impresa cittadina e non solo il Comune, a investire”.
E ha dannatamente ragione dal momento che nella città dei fiori in prossimità del festival si crea una vera e propria speculazione, non solo dalla parte della Rai che entra di volta in volta in collisione con il Comune di Sanremo, ma anche da parte di tutte le strutture ricettive della città.
Nel 2024 si è registrato infatti un aumento sproporzionato di affitti e prezzi alberghieri, in occasione del Festival. Questo si è verificato già dalla fine dell’edizione 2023. La mancanza di controlli in merito, su un mercato a latere che gira intorno al festival della canzone italiana, presupporrebbe l’intervento del Comune che per adesso non prende posizione.


