Il programma della Lega per le elezioni europee 2024 rivendica una strada diversa per uscire dal declino a cui l’Europa sembra condannata. Il partito del Carroccio chiede una valorizzazione delle autonomie territoriali al grido ‘più Italia meno Europa‘, fondato sui principi di sussidiarietà e proporzionalità.
Da qui l’esigenza di una maggiore trasparenza del processo legislativo, salvaguardando il voto all’unanimità. Da un punto di vista valoriale la lega ne rivendica la difesa fondata sulle radici giudaico cristiane. Importanza viene data anche alla libertà di espressione in rete, sottolineando il pericolo dato dalla legge sui servizi digitali.
Il partito politico delinea una fotografia attuale di un’Unione che sembra voglia strumentalizzare i provvedimenti di crisi globale per legittimare il proprio ruolo. Anche il Green Deal sembrerebbe pretestuoso, dal momento che le missioni Ue si stanno già riducendo, a prescindere dall’entrata in vigore del provvedimento futuro, mentre quelle generate dalla Cina continuano a crescere. L’analisi futura della Lega si fonda sui limiti attuali Ue, su cui Salvini e company intendono andare a lavorare.
La Lega denuncia dunque la politica dell’austerità rispetto alla volontà di nuove misure di incrementi nel potere d’acquisto dei lavoratori in futuro. Per questo auspica che in materia fiscale le competenze della gestione dei mercati restino agli Stati membri. Preferisce ri- industrializzazione incentrata sullo sfruttamento di tutte le tecnologie disponibili, utili anche per la transizione energetica. Via libera all’investimento sul nucleare nella ricerca sui piccoli reattori modulari e sulla tutela delle filiere produttive italiane, che devono essere svincolate dai limiti ambientali eccessivi che oggi arginanp la loro crescita.
Il partito intende depennare anche la direttiva case Green che genererebbe una inflazione da eccesso di domanda sulle materie prime. Sì alla garanzia per tutti i cittadini del diritto di possedere veicoli privati a prezzi sostenibili.
Con Salvini si intende rafforzare la difesa dei confini europei per prevenire le partenze dei clandestini verso l’Europa, così da contenere l’immigrazione illegale attraverso centri di identificazione dei migranti nei paesi di transito in cui si rende indispensabile tracciare e trattare le domande di asilo.
Il desiderio di continuare a parlare di pace con sforzi diplomatici, ormai soluzione condivisa da ogni schieramento, rigetta però l’idea della costituzione di un esercito europeo.