Revocata a Michele Lo Bianco la misura cautelare non custodiale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati, con conseguente revoca delle particolari modalità di controllo previste dall’articolo 275 bis c.p.p. (mezzi elettronici o altri strumenti tecnici), quindi del braccialetto elettronico.
Accolte dunque tutte le voluminose e ben articolate motivazioni sottese nella relativa istanza, presentate dall’avvocato Massimo Viscusi al tribunale di Cassino, con la quale si è dimostrato il venir meno delle esigenze cautelari, ad appena due mesi dalla nomina dell’incarico ricevuto.
Come si ricorderà’, dovra’ comparire dinanzi al tribunale penale di Cassino, il prossimo 25 ottobre, Michele Lo Bianco, alias ‘U satizzu’, con le gravi accuse di atti persecutori e violenza privata nei confronti della sua ex compagna di Minturno.
Appartenente all’omonima famiglia, tra le più influenti in Italia, di ‘Ndrangheta, e condannato in “Rinascita-Scott” a soli 5 anni di reclusione, in primo grado, per concorso in estorsione alla ditta impegnata nei lavori di completamento del nuovo Tribunale di Vibo Valentia, processo condotto dall’attuale Capo Procuratore Gratteri, che aveva chiesto per lo stesso ben 18 anni di reclusione, attualmente risulta essere sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g. (Misura mitigata con quella dei domiciliari), per aver aggredito due infermieri del pronto soccorso, colpevoli di non aver fatto passare un suo familiare per primo, e imputato in un altro processo per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Pluripregiudicato per reati di omicidio in concorso (ove uscì assolto), usura, estorsione, detenzione illecita di armi, nel 2020 uscì dal carcere di Parma per problemi di salute e intervistato da Klaus Davi.


