Echi della storia. Addio a Lucy Salani, attivista ed unica transessuale italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. La donna si accingeva a compiere i 99 anni. Nata a Fossano nel 1924, ha trascorso la sua vita a Bologna. Da antifascista, aveva disertato l’esercito italiano sia fascista che nazista. Deportata nel 1944 a Dachau (primo campo istituito dal governo Nazional Socialista nel 1933), è riuscita a sopravvivere alle barbarie dei campi di sterminio.
La sua storia nel lager è durata dal novembre del 1944 fino a maggio del ’45. Scampata perchè entrata come soldato, dopo la chiamata alle armi avvenuta negli anni ’40, dichiarò subito di essere omossessuale, ma non le credettero. Nelle varie interviste raccontava la durezza di quell’esperienza: “Speravo che ci bombardassero, per mettere fine a tutto. Ci hanno denudati, pelati e disinfettati con la creolina. L’inferno di Dante in confronto è una passeggiata. Mettevo delle targhette con dei numeri ai cadaveri, li caricavo su un carro per portarli ai forni crematori. Durante la liberazione da parte dell’esercito americano fui colpita a una gamba da un proiettile. Vivere per me è stato un miracolo, sono già morta allora”.
La notizia della sua scomparsa viene divulgata dal fondatore dei Sentinelli e consigliere regionale lombardo Luca Paladini.
La donna, considerata la trans italiana più anziana in vita, era stata la protagonista di un documentario, intitolato C’è un soffio di vita soltanto, realizzato dai registi Daniele Coluccini e Matteo Botrugno, uscito nelle sale cinematografiche nel 2022.


