Crispano (NA). Un corsivo per tentare di dare una interpretazione il più possibile reale che aiuti i cittadini a comprendere le dinamiche politiche in un momento dove la classe dirigente inizia a gettare le basi per la campagna elettorale dell’anno prossimo. Ben oltre i post sui social, la comunicazione politica e la macchina del fango, strumento intramontabile utilizzato dalla peggiore parte, ci sono dati reali, oggettivi, inconfutabili, che ogni cittadino può verificare con i propri occhi e la propria intelligenza. Proviamo a metterli al centro del ragionamento.
Il sindaco Michele Emiliano (in foto) ha raccolto un’eredità pesante, pessima. Due scioglimenti anticipati per camorra. Uno che ha visto negli anni protagonista il centrosinistra di Carlo Esposito, l’altro il centrodestra protagonista della stagione del sindaco di Antonio Barra. Emiliano è entrato in scena in uno dei momenti più bui della storia politica locale perché non poteva permettersi nessun errore, da queste parti si pagano caro, molto più di altre realtà limitrofe dove magari accade di peggio ma nessuno sa perché non è ancora accaduto niente. Restiamo a Crispano e all’azione di Emiliano. Quando non puoi permetterti errori e quando entri in campo dopo due scioglimenti per camorra, solitamente proprio per non commettere errori si tende a paralizzare gli uffici proprio per non sbagliare. A Crispano non è accaduto questo. Il sindaco è stato il primo garante della legalità portando avanti l’azione di bonifica dei commissari e di pari passo, ha accelerato sull’amministrazione mettendo su carta progetti di riqualificazione del territorio mai visti da queste parti e in tre anni è riuscito a portare a Crispano e ad aprire anche cantieri. Basta farsi un giro per Crispano e comprendere gli enormi passi in avanti fatti da questo Comune. In tre anni Crispano è diventato dall’esempio peggiore, da uno dei Comuni peggiori della provincia di Napoli sotto tutti i punti di vista ad un esempio di legalità, di efficienza, di buona amministrazione. Un cambio di rotta, come scritto, verificabile da tutti i cittadini e il bilancio a fine mandato sarà ancora migliore per i cantieri che si devono concludere e per la realizzazione di nuove opere che inizieranno da qui a poche settimane.
Emiliano ha aperto un rinnovamento fatto di valori e di classe politica, e lo ha fatto senza scontri, in modo indolore, attraverso un ricambio fisiologico, necessario, naturale. Ovviamente questo non è andato giù a gran parte della vecchia guardia che adesso cerca di riorganizzarsi mettendo insieme tutto e il contrario di tutti. Nemici storici come Sossio Vitale e Carlo Esposito che si ritrovano insieme dopo guerre e battaglie pure pesanti. Ma cosa li accomuna? In particolare c’è un aspetto, anzi due che non sono andati giù alla vecchia guardia. Il primo è il Piano urbanistico comunale. Il Puc è stato approvato dai commissari arrivati in città dopo lo scioglimento per infiltrazioni ed ovviamente quello strumento urbanistico approvato dai prefetti ha tenuto conto delle esigenze collettive, ha puntato a preservare il territorio attraverso uno sviluppo sostenibile, tenendo fuori speculazioni e appetiti di molti proprietari terrieri che vedevano nel Puc un’occasione innanzitutto di imponenti business. Lo sanno pure i bambini, trasformare un terreno che ha altra destinazione in zona edificabile significa guadagnare attraverso un semplice pezzo di carta centinaia di migliaia di euro perché trasformare un pezzo di terra in zona edificabile significa realizzare speculazioni edilizie, cemento, case, palazzi, che sul mercato fruttano centinaia di migliaia di euro. Campania libera e il Pd in questi anni, in modo trasversale e unitario, hanno tentato di condizionare il sindaco chiedendo una modifica del Puc dei commissari. Un errore grossolano che Emiliano ovviamente non ha avallato. È andato avanti per la propria strada seguendo il solco dei commissari e salvaguardando uno strumento urbanistico nato senza ombre e senza sospetti e soprattutto senza alcun condizionamento da parte dei portatori di interesse. E qui è nata la prima rottura col Pd di Carlo Esposito. Il secondo motivo riguarda il percorso di rinnovamento voluto dal sindaco, senza mai cedere alle pressioni della vecchia guardia che rivendicava spazi e non si arrende al fatto che non aveva più le credenziali per esercitare un peso su un modello amministrativo e politico vetusto, bocciato dalla storia, dai cittadini e anche dalla Prefettura. Quindi, alle prossime elezioni, che sia Sossio Vitale, Carlo Esposito o Pietro Angelino il candidato a sindaco avversario di Emiliano, la partita non cambierà: da un lato, il rinnovamento e l’efficienza di Michele Emiliano e dall’altro, la restaurazione della vecchia guardia. Sullo sfondo ci sarà anche la candidatura coerente di Vincenzo Cennamo, consigliere di opposizione, volto storico della politica locale che riorganizzerà il centrodestra sotto la sua guida col movimento “Nuova democrazia”.
Al momento tralasciamo il capitolo della macchina del fango che pure è stata messa in campo in questi anni con i soliti esposti anonimi finiti al centro dell’attenzione della Procura e che questa volta, almeno si spera, le indagini potranno svelare se c’è un doppio filo che lega quel fango a settori determinati della classe politica locale. Lo dirà il tempo ma questa perversione di basso livello non inciderà sull’esito delle elezioni perché al netto di tutto c’è un paese rinato, riqualificato, c’è un paese che è tornato a vivere, un paese che sta rivivendo dopo anni bui un periodo florido di buona politica, di buona amministrazione, di progetti vecchi sbloccati, di progetti nuovi programmati e realizzati. Soprattutto sullo sfondo c’è un’amministrazione che è durata cinque anni ed un sindaco che non si è fatto né condizionare, né ricattare da chi in questi decenni ha scritto le peggiori pagine. La scelta come sempre è tutta nelle mani della città. Andare avanti e meglio oppure tornare indietro. Il bianco e il nero. Saranno gli elettori ad esprimersi in un contesto, mai come in questo caso, chiaro e trasparente.


