Sono state inaugurate ieri le dodici sale al primo piano della Galleria degli Uffizi di Firenze in cui sono esposti 255 autoritratti e ritratti degli artisti più celebri. Una raccolta unica che copre un lasso temporale vastissimo di oltre 600 anni. Iniziata nel 1400, dal Cardinale Leopoldo dei Medici, appassionato collezionista, la raccolta pedissequa non si è mai fermata.
Gran parte degli autoritratti che compongono la raccolta sono stati, per lungo tempo, esposti nel celebre Corridoio Vasariano e, da ieri, hanno trovato nuovo allestimento permanente nelle sale degli Uffizi caratterizzate dal colore rosa delle pareti proprio in richiamo alla veste del Cardinale Leopoldo la cui statua, scolpita da Giovanni Battista Foggini, accoglie i visitatori nella prima sala.
Gli autoritratti sono esposti in ordine cronologico: il primo, e quindi il più antico, è quello quattrocentesco di Gaddo per poi proseguire fra i ritratti di Andrea del Sarto, Federico Barocci, Luca Giordano, Rubens, Rembrandt, i napoletani De Mura e Solimena, ma anche Francesco Hayez, Eugène Delacroix, Arnold Böcklin , Giuseppe Pellizza da Volpedo, Elisabeth Chaplin, Adolfo Wildt, Marino Marini. L’ultima sala, invece, accoglie i ritratti di artisti del XXI secolo come l’autoritratto a specchio di Pistoletto, la scultura in ghisa di Antony Gormley e quello in mattoncini di plastica di Ali Weiwei.
Ad arricchire la collezione anche l’autoritratto di Jan Soens , quello di John Francis Rigaud, il grande e ironico autoritratto del polacco Taddeo Kunze e quello dell’artista cinese Pan Yuliangdonati donati da “Friends of the Uffizi Galleries”, il ramo americano degli Amici degli Uffizi.
Grazie al progetto del ministero della Cultura “Fumetti nei musei”, ed alla collaborazione avviata nel 2021 tra Gallerie e Lucca Comics & Games, oggi gli Uffizi possono offrire alla visione del pubblico, in due sale affrescate nell’Ottocento da Luigi Ademollo, gli autoritratti di 54 maestri italiani, tra i quali Milo Manara, Lorenzo Mattotti ed Altan, e Will Eisner.
Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, afferma: “In questo lungo viaggio di autoritratti scopriamo ad esempio che l’introspezione psicologica del Novecento era già presente nel ’500; che l’autoritratto visto da dietro dell’austriaco Johannes Gumpp (1646) anticipa quello sulle due facce della tela di Nano Campeggi, eseguito poco dopo il 2000; che a ogni secolo corrisponde un codice nel ritrarsi in famiglia”.
Questa presso gli Uffizi è la più vasta collezione al mondo di autoritratti e ritratti che ha visto la luce anche grazie alla collaborazione della famiglia Pritzker che, con una donazione di un milione e mezzo di euro, ha permesso il restauro di molte opere e il loro allestimento.
Tutte le opere che compongono la collezione sono state attentamente studiate dai maggiori esperti che, per molti dipinti, come ha affermato Schmidt, hanno proposto nuove attribuzioni. Per quanto riguarda il Seicento ci sono state anche tante smentite: gli agenti del Cardinal Leopoldo infatti si sono fatti spesso raggirare da truffatori che gli spacciavano come autoritratti dipinti che erano invece copie, o addirittura falsi confezionati per l’occasione.


