Un’ora di colloquio sui punti critici della Riforma Giustizia in Italia. Le due più alte cariche dello Stato si sono incontrate ieri al Quirinale, al termine del Consiglio della Difesa.
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni si sono chiusi nello studio alla Vetrata, discutendo sul tema ad “ampio raggio”. Dopo le polemiche sui casi Santanchè, Delmastro e La Russa, l’esecutivo ha dovuto interrogarsi sui rapporti tra governo e magistratura.
A Vilnius, a conclusione del vertice Nato, la premier aveva rifiutato un eventuale conflitto con i magistrati. Alta tensione subentrata poi, dopo l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla rimodulazione del concorso esterno in associazione mafiosa.
Intanto Mattarella non ha ancora firmato il Ddl di riforma della Giustizia per l’invio alle Camere, ma vige la necessaria di arrivare con serenità alla riforma. Si tratta di un ddl e non di un decreto che entrerà immediatamente in vigore.
Meloni ha ragguagliato Mattarella anche sui risultati del vertice Nato (con l’Italia unita all’Alleanza nel sostegno all’Ucraina), e sull’attuazione del Pnrr. A tal proposito, il governo ha approvato le modifiche agli obiettivi previsti per ottenere la quarta rata, in attesa dello sblocco della terza.