Cardito: continua la “Creazione del falso”, ma chi conta dipinge già il futuro

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Cardito(NA). Ormai la politica carditese è diventata una pentola a pressione. Giorni contati per la fascia tricolore Giuseppe Cirillo che ha come unico interlocutore Marco Mazza, sodale e fido alleato. Come già preannunciato dal nostro giornale, il Consiglio sta lavorando per mettere fine all’amministrazione capitanata dal vicesindaco di Città Metropolitana. Per realizzare tutto ciò servono nove firme; sul fronte opposizione sono già pronti i 4 rappresentanti di Fi (Russo, Mirone, Aprovidolo e Desimone), con loro Nunziante Raucci ed Andreina Raucci. Da indiscrezione trapelate, sembra che malumori siano insorti anche nella maggioranza, a scalciare per le promesse non mantenute da parte del primo cittadino anche il presidente del Consiglio Antonio Giangrande (A viso Aperto, il decano sa bene che servono altre due firme, il messaggio è chiaro, ndr), Francesco Boemio (Italia Viva) ed Oreste Bandiera (Cardito Democratica). Il trittico, attraverso i profili social del Consigliere Francesco Boemio (foto in basso), si è immortalato con tanto di post: “Saluti estivi, comunque e ovunque…insieme”.

Cirillo ormai, fa parte del passato, le “grandi operazioni” a Cardito, dal 2012 ad oggi, le ha realizzate, il tantrico è stato raggiunto, sotto gli occhi attenti della magistratura. Chi lo ha sostenuto in questi anni adesso non si accontenta più delle briciole e vuole essere attore protagonista del prossimo civico consesso. Il potere si sa, logora chi non ce l’ha, i veterani della pubblica assise sono stanchi di farsi dettare la linea e di guardare a bocca asciutta, è giunto ormai il tempo di oleare le mascelle e farle funzionare per bene. Lo scaltro ingegnere Metropolitano è consapevole di aver commesso qualche errore e di essersi messo con le proprie mani in questo pasticcio. Al momento una cosa è sicura, il mese di agosto sarà cruciale, in questo lasso di tempo si decreteranno le sorti di Cirillo.

Ma ritorniamo all’interlocutore numero uno del sindaco, ovvero il Consigliere Marco Mazza, da competitor a “compañero”. Mazza, ormai assuefatto dai messaggini Whatsapp e dai post sui social, pensa che questi siano gli unici modi per comunicare alle persone, al di là dei mezzi che si scelgono per trasferire le proprie azioni politiche, quello che fa ridere e sorridere fragorosamente sono i contenuti dei suoi messaggi. Mazza usa il plurale maiestatis: “Saremo in grado”, “Possiamo realizzare”, il tutto sotto il simbolo di Cardito Comunità. Qui la domanda nasce spontanea; saremo, possiamo, ma chi? Mazza in Consiglio rappresenta se stesso e basta, non dialoga con i colleghi di minoranza dal 2022, inoltre, sa bene, che se Cirillo dovesse portare a termine la consiliatura, non si adopererà mai per fronteggiare le difficoltà sociali ed economiche del paese. Cosa è stato fatto dal 2012 ad oggi per le fasce meno abbienti e che fine ha fatto quel famoso fondo per i meno fortunati? Quando scriviamo che Mazza è un apostata non ci sbagliamo, nemmeno lo si vuole crocifiggere, ma deve avere il coraggio di dichiararsi apertamente un Consigliere di maggioranza, non perché glielo chiediamo noi, sono i fatti che lo condannano.

Fallaci e melensi anche gli ultimi messaggini; ha preferito glissare, “farsi scrivere” che a Cardito è sorta la polemica, ma quale polemica? Con la sua sconfinata cultura, l’avvocato conosce bene la differenza semantica tra “verità”, quella che scriviamo noi e la “polemica”, la bugia nella quale vuole rintanarsi lui. Sempre nei messaggini whatsapp, parla di opere, di Parco Cardito, ma allo stesso tempo critica i lavori del Consiglio, quel Consiglio garantito proprio da lui lo scorso 29 luglio, è qui che deve smentirci.

Nella sua “Creazione del falso” Mazza continua, imperterrito, facendosi difendere dalla “non firma”, dall’ex penna che sul Corriere delle Menzogne, non potendo argomentare e controbattere, riduce il confronto in un vano e becero turpiloquio, una pioggia di epiteti che evidenziano i limiti strutturali di chi scrive e di chi sostanzialmente è indifendibile. Dopo vent’anni, il livello linguistico e giornalistico non si è evoluto, è rimasto quello di un tempo, il solito vecchio refrain, “la macchina del fango”, il “letamaio”, il “letame”, metodica e termini ereditati da penne più esperte.

Ma l’assurdo e la vergogna si raggiunge, quando la “non penna” paragona chi democraticamente non condivide le scelte del suo assistito e con trivialità assoluta definisce l’opposizione “montagna di merda” e “mafiosi”, usando le parole di chi per la verità e la legalità ha pagato con il prezzo più alto, la vita, scrive proprio chi dovrebbe sciacquarsi la bocca per chi menziona e soprattutto passarsi la mano per la coscienza.   

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