Aveva già denunciato il marito per abusi e maltrattamenti lo scorso gennaio, tanto da farlo sottoporre a braccialetto elettronico e processo, ma non è servito a nulla.
Nel cuore della notte di venerdì Concetta Marruocco è stata uccisa da Franco Panariello, l’uomo che la stava perseguitando da 20 anni. Nel 2004 le aveva procurato un trauma cranico; poi l’ aveva presa a bottigliate, l’aveva violentata e maltrattata. L’ultima grande lite era avvenuta per l’identità di genere di uno dei figli, ragion per cui l’uomo aveva avuto anche un infarto, poco prima del processo.
L’operaio 55enne, reo confesso, è entrato in casa e ha accoltellato la moglie con 15 colpi. Aveva le copie delle chiavi d’ingresso, mezzo di cui si è servito per uccidere l’infermiera con un coltello da cucina che si era portato dietro.
La 53enne si era rivolta al centro antiviolenza Artemisia che le parlava di femminicidio annunciato perché l’uomo aveva divieto di avvicinamento alla sua persona, ma più volte aveva evaso la disposizione.
Nonostante il marito fosse già stato processato e sottoposto a misura cautelare con braccialetto, qualcosa non è andato per il verso giusto.
«Alle forze dell’ordine non è arrivato alcun segnale di allarme dal braccialetto elettronico», segnalano i carabinieri.
Incredulo del fallimento del dispositivo anche l’avvocato dell’assassino, Ruggero Benvenuto.
Da marzo l’uomo era andato a vivere in un’altra abitazione a Cancelli di Fabriano, mentre Concetta era rimasta a Cerreto d’Esi (Ancona), con la più piccola dei tre figli.
«Sono stato io ad ucciderla, volevo solo un chiarimento», ha confessato il colpevole al momento dell’arresto, ammettendo di essersi anche recato in ospedale prima del folle gesto. Una volta dimesso si è poi precipitato dalla moglie con cui ha avuto l’ennesima lite, prima di accoltellarla.


