Il 6 maggio 2021, la Procura di Genova ha riaperto l’inchiesta in merito all’assassinio di Nada Cella, 25 anni, massacrata il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari, borgo della costa ligure, dove lavorava come segretaria. “Non luogo a procede”, questo l’esito dell’udienza preliminare del Tribunale di Genova, sul rinvio a giudizio dell’unica persona indagata, ovvero, Annalucia Cecere, in merito al delitto di via Marsala. Il processo è stato riaperto grazie al recupero di alcuni atti di alcune inchieste, prima andati perduti e poi ritrovati. Il lavoro è stato svolto dalla criminologa Antonella Delfino Pesce che ha così commentato: “Ho conosciuto il peggio della legge attraverso fascicoli vecchi di 25 anni e ho sempre pensato e sperato che alla verità si potesse arrivare a piccoli, faticosissimi passi”
Gabriella Dotto, pm che ha chiesto i rinvii a giudizio e che insieme alla Polizia ha svolto le indagini, sono stati rigettati dal giudice Angela Maria Nutini. Dopo circa un’ora di consiglio, è stata pronunciata la sentenza. Dolore e rabbia per Silvana Smaniotto, madre della giovane uccisa che ha sempre combattuto per ottenere verità e giustizia. Non luogo a procede anche per Soracco e per sua madre, Marisa Bacchioni, oggi 92enne, accusati entrambi di favoreggiamento e di aver dichiarato il falso ai pm all’epoca dei fatti. La Procura adesso potrebbe decidere di fare ricorso davanti alla Corte d’Appello e infine andare in Cassazione.


