La politica di centro-destra concentrata sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Si tratta di stabilire il livello minimo di servizi da assicurare uniformemente al cittadino su tutto il territorio nazionale, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, per evitare squilibri economici fra le regioni che aderiscono all’autonomia. Per le regioni non aderenti saranno invece previsti ulteriori provvedimenti.
In 10 articoli lo Stato potrà attribuire alle Regioni funzioni di intervento su formazione, salute, istruzione e tutela dell’ambiente.
Il 14 marzo i capigruppo del centrodestra si sono riuniti nelle stanze del gruppo leghista per l’intesa sui provvedimenti da attuare prima delle elezioni europee.
Presente anche il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli che ha mostrato tabelle e calendario dell’Ddl da lui promosso. Il pressing sull’arrivo del disegno di legge in Aula per aprile, deve fare i conti con una maggioranza di parlamentari eletti nel centrosud, che nutrono dubbi su una possibile accelerazione del ddl Calderoli.
Il via libera definitivo all’autonomia differenziata prima di giugno, potrebbe portare solo svantaggi, rischiando di far perdere voti e consensi. Su questo timore si accende la querelle governativa. La Lega incalza per gli accordi ed attende un confronto Salvini-Meloni sulla corsia privilegiata del ddl Calderoli. Teme che venga scavalcata dal ddl sulla cyber security con il pacchetto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Piantedosi.
L’ansia di un via libera al Ddl Autonomia entro maggio, potrebbe portare gli italiani in piazza in segno di protesta, alla vigilia del voto europeo. Di questo è certa una parte di Fratelli d’Italia.
Più che l’Autonomia interessa dunque la campagna elettorale. L’ago della bilancia della maggioranza pende da questo lato in vista dei decreti attuativi. Intanto la Commissione procederà con otto e non più tre audizioni al giorno. Giorgia Meloni intenderebbe rispettare gli impegni della coalizione entro giugno, ragion per cui si spera bene sull’intesa per l’Autonomia.
Prima delle europee sono tanti i dossier su cui lavorare in poco tempo e l’accelerazione dell’iter può compromettere il patto di rivendicazione sull’autonomia per la Lega; sul premierato di Fdi e sulla riforma della giustizia per Forza Italia. Secondo il calendario ipotizzato, la precedenza va data al dossier autonomia, definito “il tema dei temi” da approvare prima delle Europee.
La posta in gioco è alta per quanto riguarda il consenso elettorale. La frammentazione delle competenze sull’intervento pubblico nel decentramento regionale concepito dal Ddl Calderoli, potrebbe avere detrattori che puntano il dito sulle inefficienze economiche che eventualmente si verrebbero a creare in alcune regioni e su una riduzione della trasparenza delle politiche pubbliche per i cittadini. Un’altra parte degli elettori saprebbe anche ben leggere l’intervento del Governo sull’argomento, con rassicurazioni sul limite delle richieste regionali, al margine delle competenze ad esse già garantite.


