Prima la rottura dopo pochi giorni dall’intesa poi la rabbia dei Dem. Carlo Calenda fa un passo indietro e rompe l’alleanza con il Pd. “E’ una delle decisioni più sofferte – spiega il leader di Azione – ma non intendo andare avanti con questa alleanza”. Il dietrofront sarebbe scaturito dall’aggiunta di “pezzi stonati”, ovvero gli accordi che Letta ha stretto sia con Sinistra Italiana e Verdi sia con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci.
Giustificazione melensa che ha mandato su tutte le furie il Partito Democratico: “Onore è rispettare la parola data. Il resto è populismo d’élite, quando è stato siglato quell’accordo con Azione, era inteso che ci sarebbero stati patti anche con le altre forze”.
Così ha commentato il segretario del Pd Enrico Letta: “”Da tutto quel che ha detto, mi pare che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Se lo accetta. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”.
Sulla diatriba è intervenuto anche Matteo Renzi, che con un tweet ha spiegato: “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria #TerzoPolo”.
Attraverso il proprio leader, Giuseppe Conte, il M5S è chiaro e dispende consigli a Letta: “A Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati”. Lo scrive su Facebook aggiungendo: “Posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II”. Noi non siamo professionisti della politica. Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa”. A quanto pare i Pentastellati correranno da soli alle prossime elezioni, anche se alcuni esponenti del Movimento auspicano un’alleanza con il Pd.



