Roma. Nel tradizionale messaggio natalizio Urbi et Orbi, Papa Francesco ha lanciato un messaggio di speranza: “Il Signore Gesù, nato dalla Vergine Maria, porti a tutti voi l’amore di Dio, sorgente di fiducia e di speranza; e porti insieme il dono della pace, che gli angeli annunciarono ai pastori di Betlemme: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”. Ricordando le umili origini del messia, il Vescovo di Roma ha chiosato sull’importanza del giorno di Natale: “Vinciamo il torpore del sonno spirituale e le false immagini della festa che fanno dimenticare chi è il festeggiato. Usciamo dal frastuono che anestetizza il cuore e ci induce a preparare addobbi e regali più che a contemplare l’Avvenimento: il Figlio di Dio nato per noi”.
Immancabile il messaggio sul ritorno alla pace ed alla fine della guerra, non solo in Ucraina: “Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale, dobbiamo constatare con dolore che, mentre ci viene donato il Principe della pace, venti di guerra continuano a soffiare gelidi sull’umanità”.
Il Pontefice, ha inoltre menzionato il conflitto in Siria, il Libano, preoccupazione espressa per il Sahel e lo Yemen e le tensioni sociali che affliggono la popolazione haitiana.
Infine, forte e sovente il richiamo all’accoglienza per i rifugiati: “Oggi come allora, Gesù, la luce vera, viene in un mondo malato di indifferenza, che non lo accoglie, anzi lo respinge, come accade a molti stranieri, o lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri. Non dimentichiamoci oggi dei tanti profughi e rifugiati che bussano alle nostre porte in cerca di conforto, calore e cibo. Non dimentichiamoci degli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani”.


