Scroscianti applausi, commozione e lacrime di gioia. La sentenza, con rito abbreviato, letta dal gup Colucci non ha lasciato scampo al cittadino bengalese accusato di tentato omicidio e violenza sessuale ai danni di una poliziotta. Sono 14 gli anni di reclusione che l’uomo dovrà scontare, decisione che ha sorpreso anche il pm Tufano e l’aggiunto Falcone, visto che ne avevano chiesti 12.
I fatti risalgono al 19 e 20 ottobre scorso; l’agente (costituita parte civile nel processo) stava rientrando a casa, quando fu improvvisamente colpita alla testa da un sasso, tramortita, fu trascinata con veemenza in un angolo buio del porto di Napoli, la donna però non si perse di coraggio, con l’ultimo barlume di forze riuscì a divincolarsi dalle grinfie del suo aggressore, allertando successivamente i colleghi.
Durante la lettura della sentenza, proprio i colleghi hanno accerchiato la donna, gesto tutt’altro che simbolico, poi l’epilogo con abbracci, gioia e lacrime. Grande soddisfazione anche per il legale difensore della giovane agente, l’avvocato Paolo Granato che si è detto soddisfatto del verdetto in un processo abbastanza legnoso.
Io ritengo che la richiesta di 12 anni da parte dell’accusa, sia una bazzecola. 14 anni ancora una stupidaggine anche perché sappiamo bene che questo schifoso non farà più di 7/8 anni mentre la ragazza sarà purtroppo detenuta a vita nel suo dolore nelle sue paure e nello schifo che sentirà addosso per tanto tempo. Spero solo che capiti qualcosa di talmente bello a questa poliziotta che possa fargli dimenticare quanto quel verme gli ha fatto. Qualcosa di bello potrebbe anche essere un incidente che capiti allo schifoso e che lo costringa ad una lucida sofferenza a vita. Io ci spero