Dodici giorni di protesta e scioperi nazionali a Parigi. Il sindacato francese Cgt si ribella contro la riforma pensionistica di Emmanuel Macron. In 400.000 manifestanti sono scesi in piazza a Parigi, come la scorsa settimana.
La manifestazione per le strade cittadine è avvenuta alla vigilia del pronunciamento di oggi della Corte costituzionale sulla riforma previdenziale. I manifestante erano così sparsi in Francia: 10.000 a Nantes secondo la polizia, 25.000 secondo gli organizzatori. Numeri sicuramente più bassi rispetto a quelli dello sciopero dell’11 marzo. Stesso calo registrato anche a Rennes, Rouen, Le Havre, Orléans, Clermont-Ferrand, Bayonne, Nizza e Montpellier.
Ripreso anche lo sciopero dei netturbini che solo il mese scorso si caratterizzò con venti giorni di tonnellate di rifiuti scaraventati nella Capitale e dintorni.
I giudici potrebbero oggi dare il via libera definitivo alla norma oppure fermarla. Bloccato per questo, l’accesso alle strade limitrofe al palazzo che ospita il Consiglio costituzionale. Per l’occasione sono stati utilizzati cassonetti della spazzatura su iniziativa di diverse realtà sindacali e studentesche. Pertanto il ministro dell’Interno Darmanin ha chiesto il divieto da ieri sera, di manifestazioni in prossimità di Palais Royal.


