Le pattuglie della polizia morale tornano a setacciare le strade iraniane per multare le donne che non indossano l’hijab nei luoghi pubblici. A darne ufficialmente l’annuncio è stato Saeed Montazerolmahdi, portavoce della polizia, citato dalla tv si stato: “Coloro che non rispettano le regole saranno affrontati e perseguitati dalla magistratura.”
Le pattuglie di polizia morale, istituite nel 1979, erano rimaste in sordina dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curdo-iraniana morta in circostanze misteriose le scorso 16 settembre, dopo essere stata arrestata tre giorni prima per non aver indossato correttamente il velo. A dicembre l’annuncio, parso immediatamente falso, della sospensione di tali pattuglie.
Da inizio anno, però, le autorità hanno ricominciato a mostrare il pugno duro installando nelle strade cittadine telecamere per poter rintracciare le donne che sfidavano il divieto. A maggio si è mossa anche la magistratura con il disegno di legge “Sostegno alla cultura dell’hijab e della castità” con l’obiettivo di proteggere la società e rafforzare la vita familiare arrivando a proporre anche sanzioni pecuniarie più pesanti nei confronti delle donne che tolgono il velo in luoghi pubblici o su internet.
Intanto, dopo l’ultimo annuncio in tv, come riporta il quotidiano riformista Shargh, a quattro donne sorprese in fallo è stato ordinato di seguire corsi di psicologia, pulire gli ospedali e divieto di guidare l’auto per due anni.
Saeed Montazerolmahdi conclude: «La polizia non avrà altra scelta che intraprendere le vie legali con le persone incuranti delle norme sull’abbigliamento e che continuano a violarle. In caso di rifiuto ad ascoltare la polizia, le donne saranno mandate a processo».


