Inflazione vacanziera e concetto di souvenir interdipendenti. Gli italiani dicono addio a calamite, prodotti ceramici e gadget dei luoghi di villeggiatura, preferendo comprare e regalare prodotti alimentari tipici.
Oltre un italiano su 2, pari al 51% dei viaggiatori, ha scelto quest’anno di portare a casa il ricordo dei sapori dei luoghi di mare o montagna.
Coldiretti conferma che nell’ultimo grande controesodo di agosto, per combattere l’inflazione 37,5 milioni di italiani hanno spinto verso spese utili, con i prodotti tipici che vincono dunque su tutte le altre scelte.
La preferenza è ricaduta su alimenti a chilometro zero come formaggi, salumi, dolci, vino e olio extravergine d’oliva.
L’idea è stata quella di spendere soldi in maniera produttiva, legando utile e dilettevole. Regalare un prodotto tipico equivale ad offrire un piccolo percorso enogastronomico della città in cui si è stati, raccontando attraverso esso, un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola.
La tendenza segue la preferenza italiana per i 25mila agriturismi presenti in Italia, segno della scelta di un turismo più sostenibile.
La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile – spiega Coldiretti – delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 320 specialità a indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5450 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica.
Non è un caso che circa un terzo della spesa totale degli italiani in vacanza nel 2023 sia stato destinato al consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi. Il cibo piace e l’italiano è buongustaio, tanto che benestante o meno, sceglie di spendere denaro per appagare il gusto, considerato esigenza primaria.


