Tre uomini di colore uccisi a Jacksonville, in Florida. Undici minuti per una strage ad opera di un ragazzo bianco di 21 anni che armato di pistola e fucile prima ha seminato il terrore uccidendo e poi si è tolto la vita.
La polizia è riuscita a ricostruire dinamica e movente di quanto accaduto sabato mattina. Il killer Ryan Christopher Palmeter odiava i neri. La motivazione del suo gesto è stata dunque razziale.
Di questo odio aveva lasciato tracce anche sul suo computer. Sulle armi aveva disegnato alcune svastiche. L’idea era di eliminare quanti più neri possibile, prima di suicidarsi.
Le armi della strage sono state acquistate tra aprile e giugno. Il giovane soffriva già di problemi psichiatrici che lo avevano portato nel mirino della polizia nel 2017, all’età di 15 anni, anche per violenza domestica, come accaduto un anno fa.
Sotto osservazione psichiatrica senza buon esito, Palmenter si è macchiato di un reato iniziato alle 13.08 di sabato 26 agosto, quando con giubbotto mimetico, maschera, cappellino e guanti, ha sparato all’inizio undici colpi, uccidendo una donna che era alla guida di una Kia, ferma nel parcheggio della Dollar General, store di una catena di supermercati a basso costo.
Aveva scelto il giorno dell’anniversario dei sessant’anni dalla prima marcia per i diritti civili a Washington, e del quinto anniversario di un’altra strage di Jacksonville, chiamata Landing Shooting, quando nel 2018 David Katz fece irruzione a un torneo di videogame uccidendo due persone e ferendone una decina, prima di togliersi la vita.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno permesso di ricostruire il tutto: il killer dopo aver assassinato la donna, è entrato nello store e ha ucciso un altro nero, Anolt Joseph Laguerre, 29 anni. Poi ha cercato altri clienti, prima di finire Jerrald DèShaun Gallion, 19 anni, appena entrato al supermercato con la fidanzata, scampata ai colpi di pistola.
Palmeter si è suicidato, prima della cattura.


