Cinque ore di autopsia e poi via libera per il ritorno in Sicilia. La salma di Matteo Messina Denaro, esaminata dall’anatomo patologo di Chieti, il dottor Cristian D’Ovidio, dopo gli accertamenti medico legali disposti dalle procure di Palermo e dell’Aquila, è stata affidata ad un’agenzia funebre della Sicilia, affinchè fosse trasportata a Castalvetrano.
Sotto vigile sorveglianza di militari dell’esercito e scorta, il carro funebre ha lasciato ieri l’ospedale San Salvatore dell’Aquila, per intraprendere un viaggio di undici ore fino alla terra natia del boss di Cosa Nostra.
La salma di Messina Denaro ritorna nel luogo dove lui avrebbe voluto essere. Sottoposto alla terapia del dolore, come indicato nel suo testamento biologico, il boss si era reso conto del degenerare del suo stato di salute, tanto da richiedere di allentare le cure oncologiche.
Sorvegliato in ospedale da decine di agenti delle forze dell’ordine, aveva dovuto lottare anche con il sopraggiungere di problemi urologici ed una occlusione intestinale.
All’Aquila l’ex capo di Cosa Nostra era arrivato il 17 gennaio scorso, subito dopo essere stato curato nel carcere delle Costarelle, dove era stato sottoposto a chemioterapia in una cella-ambulatorio opportunamente allestita.
Si conclude con l’ultimo viaggio verso casa, la lunga e oscura vicenda del boss che negli interrogatori ha sempre negato ogni capo di accusa imputatogli, rifiutandosi di collaborare con la giustizia.


