Un attacco missilistico nella striscia di Gaza. Duemila razzi inviati su Israele e spari in strada. La giornata di ieri è stata segnata da centinaia di morti: almeno 300 israeliani, 232 palestinesi e più di 1500 feriti. La striscia di Gaza è tornata ad essere obiettivo dei fondamentalisti islamici di Hamas.
Avviene mentre sono in corso i negoziati per un accordo di pace fra Israele e Arabia Saudita a cui partecipa l’Autorità Nazionale Palestinese, deputata dal 1993 al controllo dei territori autonomi palestinesi in Cisgiordania.
Nell’aria c’è la consapevolezza dell’inizio di un lungo conflitto, il quarto in 15 anni per dirla tutta, tra Israele e Hamas. Il Movimento Islamico di Resistenza vede nella guerra santa, il solo rimedio alla questione palestinese. Cerca infatti un ritorno dell’intera Palestina, compresa l’attuale Israele, ai confini del 1948.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, su X ha inviato un messaggio: “Il Paese si sta imbarcando in una guerra lunga e difficile imposta da un attacco omicida di Hamas. La prima fase della guerra, prevede la distruzione della maggior parte delle forze nemiche che si sono infiltrate in Israele e hanno ucciso civili e soldati. Israele ha anche lanciato un’offensiva a Gaza “e continuerà senza esitazione e senza tregua, fino al raggiungimento degli obiettivi”.
Washington è già pronta ad inviare aiuti militari ad Israele che intanto ha recuperato il controllo di una trentina di luoghi occupati ieri da Hamas. Sderot e Beeri sono i territori in cui si registra il più alto numero di vittime.
In particolare, nella notte sono stati liberati dalle forze di sicurezza israeliane gli ostaggi nei kibbutz Beeri e Ofakim.
Le organizzazioni internazionali sono intanto al lavoro per valutare la situazione umanitaria, contemplando esigenze urgenti e rischi per i civili. Un centro per la localizzazione delle persone scomparse attivato dalla polizia israeliana e dal Comando del Fronte Interno, vuole far fronte al numero di civili e soldati israeliani tenuti in ostaggio da Hamas. Tra essi ci sono bambini, donne, anziani e disabili. Alcuni sono vivi ed altri probabilmente morti.
Mentre l’emittente pubblica Kan annuncia che sono state colpite le abitazioni di alcuni capi di Hamas, compresi in quartieri generali dell’Intelligence terroristica, il mondo è già in fibrillazione.
Berlino e Parigi rafforzano la sicurezza intorno a sinagoghe, scuole e monumenti ebraici.
Anche la Cina “invita tutte le parti interessate a mantenere la calma e a esercitare la moderazione, a cessare immediatamente il fuoco, a proteggere i civili e a prevenire un ulteriore deterioramento della situazione”.
E propone una soluzione: “La via d’uscita fondamentale dal conflitto israelo-palestinese risiede nell’attuazione della “soluzione dei due Stati” e nella creazione di uno Stato palestinese indipendente”.


