Anche la moda coinvolta negli scontri in Medio Oriente. Il clima tra Israele e Palestina preoccupa la multinazionale di abbigliamento Zara, che sceglie di chiudere temporaneamente tutte le sue boutique in Israele.
La nota azienda di origine spagnola con 84 punti vendita nel Paese, sospende le sue attività nell’area, fino a nuovo avviso.
Da qui parte analogo comportamento anche in Russia, dove in negozi ucraini restano chiusi. L’azienda di proprietà Index, colloca il mercato israeliano di Zara al 14esimo posto per introiti finanziari dell’ultimo anno. La decisione di chiusura temporanea arrecherà uno scompenso economico, ma si rende necessaria, secondo Index.
Sui siti web Zara, fondata da Amancio Ortega, viene divulgata la comunicazione ai clienti attraverso un messaggio online che annuncia il temporaneo stop. La società ha anche venduto le sue attività in Russia e i negozi ucraini resteranno chiusi.
Ci si chiede a questo punto, se seguiranno la scelta anche altre catene quali Pull&Bear, Bershka, Stradivarius, Massimo Dutti e Zara Home. Intanto la catena svedese H&M, presente con 20 negozi in Israele, ha già annunciato possibili ritardi di consegna per gli acquisti online.