Aumenta la tensione in Medio Oriente con un’escalation del conflitto che rischia di estendersi a tutta la regione con esiti imprevedibili. Oggi gli scontri in Libano con gli Hezbollah, alleati dell’Iran, si sono intensificati e il messaggio da Teheran è arrivato forte e chiaro: se Israele invade la Striscia “nessuno può garantire il controllo della situazione” ha affermato il ministro degli esteri iraniano Hossein Amirabdollahian dopo aver incontrato a Doha il leader di Hamas Ismail Haniyeh.
Intanto il segretario di stato Usa Antony Blinken è tornato di nuovo in Israele e il consigliere della sicurezza nazionale Jake Sullivan ha affermato di “non poter escludere che l’Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo”.
Israele, come riferisce il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, non è interessato ad aprire un secondo fronte a nord perché, afferma, “non vogliamo un ‘escalation della situazione” ma se gli Hazbollah “scelgono la via della guerra pagheranno con un pesante prezzo”.
Intanto il numero di sfollati da Gaza sala a circa 600.000 che hanno lasciato il nord della Striscia per spostarsi a sud secondo l’ordine dato dall’esercito. Smentita anche la notizia secondo cui sia stato aperto il fuoco sui convogli dei civili: “E’ una menzogna di Hamas”– ha denunciato Danuel Hagari, portavoce militare israeliano.
Il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen, come riporta l’agenzia Wafa, ha ribadito che l’unica rappresentante leggittima del popolo palestinese è Olp (organizzazione per la liberazione della Palestina) e che la politica e le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese.


