Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato di medici e dirigenti sanitari Anaao Assomed, annuncia lo sciopero nazionale di più giorni, tra fine novembre e inizi dicembre.
Resteranno al lavoro solo i contingenti minimi per assicurare l’assistenza alle urgenze: “Non è colpa nostra – dice il sindacato – ci hanno portato a questo. Reagiamo a una finanziaria che non risponde, né economicamente né legislativamente, alle esigenze di un sistema vicino al collasso. Non contiene quel coraggio che chiedevamo a un governo che ha speso parole encomiabili verso il settore”.
Mentre 4 mila medici fuggono letteralmente dal sistema sanitario nazionale, tra esigenze e carenze, la categoria attendeva un aumento economico extra-contrattuale, destinato poi a tutto il comparto compresi i convenzionati.
Il governo italiano ha detto ‘no’ alle tante richieste della categoria: abolizione del tetto di spesa al personale, detassazione o un aumento di indennità di specificità o di parte dello stipendio, più investimenti per la sanità pubblica. Eppure 600 milioni sono stati dati alla sanità privata.
Il colpo di grazia arriva con il taglio agli assegni pensionistici. Di fronte alle lamentele, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha annunciato un maxi-emendamento correttivo, ma ciò non basta alla categoria di medici e dirigenti di settore. C’è bisogno di investimenti, non di tagli che colpiscono i medici che scelgono di restare e continuare a lavorare per i pazienti italiani.
Per i sindacati poco si potrà fare per far tornare indietro la categoria dalla decisione dello sciopero.