Palazzo Madama unanime sul contrasto alla violenza sulle donne. Con 157 voti il ddl Roccella viene approvato dal Senato. Peccato per l’aula semivuota che avrebbe dato un segnale diverso alla misura precauzionale e punitiva nei confronti di chi abusa, stalkerizza o uccide una donna!
Il Ddl anti-violenza datato 22 novembre fonda le sue radici sull’ammonimento e protezione della vittima.
L’ammonimento potrà scattare anche d’ufficio. Si tratterà di una comunicazione formale da parte del Questore per mettere in guardia il molestatore o il violento sul fatto che le forze dell’ordine sono a conoscenza della potenzialità di reato che potrebbe commettere.
Le forze dell’ordine avranno l’obbligo di informare la vittima sui centri antiviolenza presenti sul territorio, oltre ad avvertire il Prefetto qualora ravvisino pericolo di reiterazione del reato. In questo caso scatteranno misure di vigilanza dinamica a tutela della vittima rivedibili ogni 3 mesi.
Si inaspriscono le pene per chi commette reati di violenza domestica, soprattutto in presenza di minori e se recidivi o già ammoniti.
I 19 articoli del testo diventato legge, che ora attende solo la firma da parte del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, amplia le norme del primo Codice Rosso.
Si darà priorità assoluta nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione dei processi, relativi ai reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di costrizione o induzione al matrimonio, di lesioni personali aggravate, di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.
L’introduzione dell’articolo 382-bis, consentirà l’arresto in flagranza differita nei casi di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di maltrattamenti contro familiari e conviventi, nonché di atti persecutori.
In materia di misure cautelari e prescrizione del braccialetto elettronico, si impone alla polizia giudiziaria il previo accertamento della fattibilità tecnica dell’utilizzo dei mezzi elettronici che saranno sottoposti a capillare controllo. In caso di manomissione del braccialetto, si prevede l’applicazione della misura cautelare in carcere.
Operatori e magistrati saranno chiamati ad una più approfondita formazione in materia anti-violenza, mentre il testo dei ministri Roccella, Nordio e Piantedosi, prevede per il violento anche una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima.
