Disability glam, la disabilità svelata nell’obiettivo del fotografo Gianfranco Falcone

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Ha scelto di realizzare nudi d’autore con donne disabili, svelandone la femminilità bella e delicata. Il fotografo milanese Gianfranco Falcone ha lanciato la sua campagna “Disability glam, la disabilità svelata”, un progetto che lo vede coinvolto anche in veste di autore e psicologo, qualifiche che peraltro possiede.

Così ha dato valore e dignità alle malattie degenerative e alla carrozzina, immortalando ritratti di corpi che hanno l’esigenza di svelare una bellezza non conforme ai canoni che oggi la pubblicità propina.

Quando si parla delle persone disabili se ne parla sempre dal punto di vista del bisogno. Cosa manca alle persone in carrozzina? Perché la città non è accessibile?  Non si cerca mai di guardare alla bellezza che una persona disabile ha dentro di sé, alla bellezza che può offrire all’esterno, agli altri. Figuriamoci quando si parla di corpi nudi”, dichiara Falcone, intendendo così esaltare la sensualità di ogni donna, a prescindere dalla malattia.

Su questa sua scelta si apre un discorso molto più ampio spesso taciuto, forse per pudore: quello della sessualità delle persone disabili. “Non sono angeli asessuati”, sottolinea il fotografo che su periodici quali ‘L’Espresso’ e ‘Menti in fuga’, ha pubblicato i suo scatti, in attesa di debuttare a Milano, il 3 dicembre, con lo spettacolo teatrale ‘Disability Project‘ , in scena con la Compagnia NoGravity, al Teatro Menotti.

Musa del progetto fotografico e non solo, la scrittrice ed attivista Francesca Martina Donna, che ha posato senza veli per l’occasione, ribadendo il suo messaggio: “Dopo anni di lavoro su me stessa e percorsi di analisi interiore ho finalmente imparato ad accettare il mio corpo nonostante la disabilità, e ho capito che la bellezza sta negli occhi di chi guarda. Perché chi è che decide cosa è bello? Che cosa è conforme?”.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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