Ad otto mesi di distanza dall’inizio dei Giochi Olimpici a Parigi, che si apriranno il 26 luglio 2024, torna la paura terrorismo in Francia. Dopo l’attacco jihadista di sabato nei pressi della Torre Eiffel, da parte di un ex detenuto affiliato all’Isis che ha tolto la vita ad un turista 23enne di origine tedesco-filippina e ferito due persone con un martello, il governo si è riunito in un vertice di emergenza per cercare di adottare tutte le misure necessarie per proteggere il paese da una nuova possibile ondata jihadista in vista delle Olimpiadi.
Il rischio di attentati, come afferma il vicepresidente della regione parigina Ile de France, Frèdéric Pèchenard, era già latente prima dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre ma, dopo quella data, i rischi sono aumentati e rendono necessario un “piano B” per garantire la sicurezza dei numerosi turisti che affolleranno la capitale in occasione dei Giochi.
Intanto, durante la conferenza stampa, il procuratore antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, ha confermato che Rajabpour-Miyandoab, responsabile dell’attentato di sabato sera, era affiliato all’Isis. Sul suo profilo X, infatti, numerosi video in cui il giovane inneggia alla Jihad con espliciti riferimenti a Gaza, Hamas e alla Palestina. L’uomo già in passato, attraverso i social, aveva avuto contatti con il ceceno Abdoullakh Anzorov, ucciso dalla polizia dopo aver decapitato un insegnante e aveva scontato quattro anni di carcere per un attentato pianificato nel 2016 nel quartiere di La Dèfence ed aveva beneficiato di un monitoraggio medico fino al 2023 a causa di problemi mentali.
E proprio in queste ore la Francia si interroga sulla mancata prevenzione sanitaria che avrebbe potuto evitare le vittime dell’ultimo attentato. Dal 2012, gli attacchi jihadisti in Francia hanno causato la morte di 273 persone e il ferimento di 1.200, soprattutto nel 2015 e nel 2016, quando si trattava di attacchi su larga scala organizzati in gruppi e non secondo profili che assomigliano a “lupi solitari”.